Alias
Fever Dream

Brendon Whitney è uno dei membri fondatori dell’etichetta californiana Anticon e col suo progetto Alias è anche uno dei maggiori esponenti di quel suono tra elettronica e bianchissimo hip-hop che la Anticon ha sempre promosso, eppure la sua notorietà  non raggiunge i livelli di colleghi e compagni, quali, per esempio, i tre ex-cLOUDDEAD (Doseone, Odd Nosdam e Why?).
Nelle dodici tracce che compongono questa sua ultima fatica dal titolo “Fever Dream” assistiamo a un’attualizzazione della classica ricetta Anticon, dopo che per anni la label si era cristallizzata in soluzioni piuttosto sterili e autoreferenziali, senza che la scelta appaia posticcia e il risultato ruffiano: al consueto funk pallido viene innestata un’attenta cura per il suono, l’elettronica stratificata perde quel suo aspetto lo-fi in favore di tinte maggiormente digitali.

Nei quarantadue minuti di quest’opera vengono tastati gli umori più vari: polverosi grooves nell’iniziale “Goinswimmin”, il corposo soul sintetico della successiva “Wanna Let It Go”, avvolgenti profondità  nell’eclettica “Revl Is Divad”, il grottesco hip-hop virato entusiasta wonky in “Dahorses”, l’onirico trip dal retrogusto blues di “Lady Lamblin'”, Prince filtrato tramite la fantasia astratta e sghemba dei Mount Kimbie in “Talk In Technicolor”, le tentazioni step di di “Feverdreamin” e del massiccio trittico finale.
Non mancano poi i featuring di amici come Dax Pierson (polistrumentista già  Subtle, 13 & God e Themselves) nella sopracitata “Talk In Technicolor” o Why?, che offre il proprio timbro nasale nell’incedere sghembo e spesso minaccioso di “Boom Boom Boom”.

Esperto, sicuro ed ispirato Alias confeziona un album che coinvolge e affascina dalla prima all’ultima traccia: però “Fever Dream” è anche un saggio trattato sulle possibilità  dell’elettronica moderna e, forse anche per questo, appare leggermente distante e algido.

Ascolta “Wanna Let It Go”