Chan non ha più paura. Potrebbe essere il titolo di un film invece è quello che si capisce ascoltando l’ultimo disco della signorina Marshall, in arte Cat Power. I giorni in cui si rivolgeva al pubblico dando le spalle con un bicchiere ben stretto in mano, timida e dannata allo stesso tempo, sono ormai un ricordo del passato. Sarà  che anche lei ne ha fatti quaranta, ma pare più forte. Merito dell’esperienza o dell’ennesima delusione amorosa, chi lo sa.

I pezzi di “Sun” ci hanno messo un bel po’ ad essere scritti e ancora di più a venire alla luce (sei i lunghi anni trascorsi da “The Greatest” e quattro da quel “Jukebox” quasi tutto cover), completati di getto sull’onda di un’altra storia finita male, dopo aver aspettato pazientemente in un cassetto. E di cuori infranti, traditi, spezzati, in cenere, bruciati ce ne sono a migliaia (“Cherokee”, “Always On My Own”, la psichedelica “Nothin’ But Time” con Iggy Pop ai backing vocals), perchè Cat Power ha sette vite e a parlar d’amore non rinuncia. A far da sottofondo a confessioni sincere come al solito, e per nulla tenere, stavolta non sono solo le chitarre o il pianoforte d’ordinanza, ma sintetizzatori e drum machine (“Sun”, l’ammiccante e notturna “Manhattan”). Una Chan più consapevole (lo si sente in “Human Being”, “Real Life”, “Ruin”) razionale e un filo meno emotiva, decisa e lucidissima in “Peace And Love”, che rilegge il sogno hippie trasportandolo nel nuovo millennio. Serena, come se l’arcobaleno che la illumina in copertina le fosse entrato anche nel cuore portando l’energia dei nuovi inizi. Ma sempre viscerale al massimo, immersa in un suono più moderno che la fa assomigliare ad altre donzelle senza macchia e con qualche paura: Feist e Fiona Apple (“3,6,9” e l’inquietante “Silent Machine”).

Un bel cambiamento, di quelli che non passano certo inosservati, come il nuovo taglio di capelli iper sbarazzino. Tutto si modifica, tutto passa, e Chan non vuole più stare alla finestra. Pronta a bastarsi da sola, a graffiare se e quando occorre, sfodera gli artigli dei felini veri e dimostra ancora una volta di possedere un’invidiabile coraggio da quattro stelle.