Vogliamo tutto. Vogliamo la gioia, il conforto, l’amicizia, la passione, le belle giornate, la malinconia, la pioggia. Desideriamo essere protetti, proteggere, essere confortati, aiutati, essere ricordati e dimenticare, ricordare ed essere dimenticati. Incontriamo sulla nostra strada persone per cui saremo tutto o niente. Avremo i nostri nomi incisi per sempre sulla corteccia di un albero o fugacemente impressi sulla sabbia soltanto fino alla prossima onda. Siamo una parte consistente di una piccolissima parte dell’universo. Non siamo che un frammento, un ingranaggio invisibile e prescindibile dell’intero meccanismo. Abbiamo bisogno di troppo e di troppi contrasti. Abbiamo bisogno dei dischi degli Elbow, che sono quanto di più vicino possiamo immaginare a questo turbine inarrestabile di pulsioni. In una mattinata bianca e stanca ci arriva alle orecchie per la prima volta la grazia di “This World Blue”, magnifico apripista di un disco sublime in ogni nota, un universo musicale pieno e compiuto che si prende cura delle nostre più intime brame.

“The Take Off And Landing Of Everything” è l’ultetiore passo avanti di un percorso che non ha concesso passi falsi o cambi di direzione repentini. E’ la summa dell’esperienza accumulata nei precedenti lavori che riesce a costruire sentimenti attorno ad architetture complesse. L’equilibrio perfetto tra lavoro in studio e istinto pop che disegna parabole ascendenti di emozioni capaci di coinvolgere ogni singola cellula dell’ascoltatore. In alcuni momenti sembra di rifugiarsi in un liquido amniotico che ovatta l’esistenza e si fa scudo attorno all’universo con la sontuosità  della voce di Guy Garvey, uno a cui la natura sembra aver affidato le chiavi per alleggerire il peso del mondo. C’è un grandissimo lavoro dietro gli arangiamenti che si muovo agili tra impostazione pop quasi orchestrale e soluzioni più contemporanee che non si fanno mancare qualche innesto sintetico. Una scelta stilistica anche quella di comporre il disco con canzoni quasi sempre oltre i 5′ di durata senza appesantire il risultato finale.

Probabilmente il punto più alto e compiuto della carriera degli Elbow, arrivati alla consapevolezza del sesto disco e decisi più che mai a continuare sulla propria rotta senza smarrire la bussola. Abbiamo bisogno di troppe cose ed altrettante ne chiediamo. Loro non fanno altro che ascoltare le nostre parole e tenerci compagnia con la musica migliore che potessimo immaginare. Quella che tra le migliaia di sfumature possibili le sceglie tutte e le infila in sequenza in una doppia manciata di brani memorabili. Una delle meraviglie di anno già  generosissimo di dischi da ricordare per tanto, tantissimo tempo.