Non è stato facile, ma abbiamo cercato di trasformare le nostre due top 10 in una unica lista. Qualcosa è venuto fuori (e stranamente c’è voluto pure poco tempo).

#10) THE WAR ON DRUGS
Lost In The Dream

[Secretly Canadian]

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Sì, un disco un po’ manierista e dal suono un po’ datato. Ma Granduciel ci mette anima e cuore: rischia e confeziona un disco, nel suo genere, perfetto.

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#9) BARZIN
To Live Alone In That Long Summer

[Ghost]

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Torna il cantautore canadese con le sue atmosfere maliconiche e delicate. Con quel folk dalla grande sensibilità  melodica che caratterizza tutta la produzione di Barzin. Un ritorno atteso che non ha deluso le aspettative.

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#8) ALVVAYS
Alvvays

[Polyvinyl]

Ancora Canada.

E un debutto con il botto fatto di suoni sporchi (a volte spensierati a volte più cupi) che ci ha colpito sin dal primo ascolto.

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#7) MICAH P. HINSON
Micah P. Hinson And The Nothing

[Tailtres]

Dopo ”l’infortunio”, l’ottimo cantautore texano torna con un album profondo come gli abissi e toccante come poche altre uscite di questo 2014.

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#6) EAST INDIA YOUTH
Total Strife Forever

[Stolen]

Uno dei nostri “pupilli”: ve ne avevamo già  parlato in tempi non sospetti e l’avevamo seguito più volte nei suoi live in terra d’albione.

Ad inizio anno è uscito con il suo debut che ha confermato tutte le sue doti: elettronica 3.0 e tanto spessore.

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#5) FEAR OF MEN
Loom

[Kanine]

Forse uno dei dischi su cui siamo meno d’accordo nella “redazione” di TRISTE ©.

Ma sicuramente un debut estremamente interessante, fatto di atmosfere gloomy ed estremamente “razionali”. Un disco che, come le cose importati, ha bisogno di essere ascoltato più volte per entrarti dentro.

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#4) NED ROBERTS
Ned Roberts

[autprodotto]

Un amore al primo ascolto un anno e mezzo fa (Red Sun è una canzone davvero splendida) e ora un debut di folk pulito e sincero che si staglia fuori dal tempo e dentro le nostre orecchie. Una scoperta che non poteva tradirci.

Grazie Ned.

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#3) WOODS
With Light And With Love

[Woodsists]

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I Woods cambiano pelle e con “luce ed amore” ripuliscono il proprio suono. Potrebbe sembrare una banale operazione commerciale per ampliare il proprio pubblico, ma quello che esce fuori è un disco che magistralmente unisce folk, psichedelia e pop, Beatles e Pink Floyd.

E ovviamente i Woods, che escono a testa altissima da questa impresa non facile.

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#2) ANGEL OLSEN
Burn Your Fire For No Witness

[Jagjaguwar]

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La cantautrice americana piazza un disco quasi perfetto, con il giusto mix di spigolature e delicatezze. E con la solita voce sublime di Angel.

Elencare I pezzi migliori sarebbe ripetere la tracklist.

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#1) BARBARISMS
Barbarisms

[Jagjaguwar]

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Scoperta dell’anno, debut dell’anno e disco dell’anno. Porta tutto a casa Barbarisms (aka Nicholas Faraone), dagli States via Svezia, con un disco sorprendente, crudo e scanzonato, malinconico e gioioso. Non perdetevi questa piccola grande gemma.

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