Continua il sogno ad occhi aperti di Victoria Legrand e Alex Scally, giunti ormai al settimo album, e-per chi crede alla cabala-il numero di canzoni scritte insieme ammonta ad oggi a ben settantasette; non male per questo duo che muoveva i suoi primi passi ben dodici anni fa, e che via via ha visto crescere i consensi intorno alla sua raffinata proposta musicale.

“7” segue la pregevole doppietta targata duemilaquindici composta da “Depression cherry” e “Thank you lucky star”, ma affonda le sue radici maggiormente nel secondo dei due, da cui riprende la pienezza del sound e la leggera venatura dark dei toni, ci troviamo quindi di fronte ad undici nuove composizioni attraversate da inquietudini che a tratti ne screziano i bordi, paventando paure ed ossessioni nuove all’interno della produzione dei due musicisti di Baltimora.
Se l’iniziale traccia intitolata “Dark Springs” con la sua suadente spigolosità  ha un piglio in pieno stile Arcade fire, in “Lemon glow” il dream pop che rappresenta il marchio di fabbrica dei Beach House incontra gli Knife più narcolettici, producendo un effetto da trip lisergico, viaggio che prosegue con la successiva “L’inconnue”, il cui incedere etereo viene reso ancor più trascendentale (se possibile) dalla scelta della lingua francese.

Ma la vera pietra preziosa posta al centro del gioiello è rappresentata da “Dive”, brano che con il suo crescendo elettrico lambisce i territori dello shoegaze, e che promette di regalare grandi emozioni dal vivo. In “Black Car” e “Woo” i nostri dimostrano di apprezzare i territori sintetici calcati da band come i Lali Puna, mentre “Lose your smile” non sfigurerebbe all’interno dei migliori dischi dei francesi Air.

Il commiato finale non poteva che essere affidato alla lunga suite pianistica di “Last ride”, brano che sembra avvolgere e rassicurare l’ascoltatore, che dopo essere salito sull’ottovolante guidato da Victoria e Alex si vede accompagnato gentilmente all’uscita di questo lungo viaggio dal retrogusto cinematico orchestrato dai due, il problema è che una volta scesi la voglia è quella di fare un altro giro.

Credit Foto: Paulo Dourado (User:Paulo dourado), CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons