I Rosaire nascono nel 2013, un anno dopo pubblicano un EP ( “Four mysteries” ), un altro paio di canzoni nel 2016 (“Samsara”) e finalmente escono con l’album d’esordio, “Crystal Eyes” nel maggio di quest’anno.
10 canzoni registrate e mixate in dieci giorni presso il Kervax Studio nell’ Agosto 2017 e prodotte da Christophe Chavanon.
Cantano in inglese ma i quattro provengono da Saint Brieuc, grosso comune della Bretagna nel Nord Ovest della Francia.
Louis Hamon (Voce, chitarre, Synth), Simon Denoual (Chitarre, Synth, Mellotron), Guirec Feuvrier (basso, chitarra acustica ) e Lucas Abgrall ( batteria e percussioni ) sono i componenti di questa giovane band.
La loro è una psichedelia con chiare influenze anni sessanta, non aspettiamoci nulla di rivoluzionario, ma il loro album scorre amabilmente, canzoni ben congeniate ed anche ben interpretate.
L’album si apre (manco a dirlo) con il brano “Opening” che con le sue atmosfere orientali fa l’occhiolino ai Kula Shaker di Crispian Mills. Il seguito è una serie di brani dove le chitarre recitano la parte protagonista ma anche gli effetti sono ben pensati.
“A Gate to Heaven” è un buon esempio di ricercatezza dove la band si abbandona ad una più lenta e melodica dinamica alternandosi a pezzi più ricchi d’energia come “Ecstasy” e “Pretty Girls” o pezzi come “To The Temple” ammaliante ed ipnotica.

Una particolare e doverosa menzione va fatta agli Kerwax Studio dove l’album è stato prodotto.
è situato a Loguivy-Plougras, piccolo centro poco lontano da Saint Brieuc. I locali sono stati ricavati da un vecchio edificio d’inizio 900 addibito a scuola e poi abbandonato nel 2007. Christophe Chavanon e sua moglie Marie Kernèà¼s, già  produttori, notarono l’edificio durante una vacanza ed ebbero questa splendida idea: creare uno studio di registrazione lontano dalla grande città  dove i musicisti, potendo restare per molti giorni immersi nella campagna bretone, potessero concentrarsi sul lavoro e trovare la giusta ispirazione. Una delle particolarità  dello studio è la strumentazione vintage: Chavanon ha speso molti anni della sua vita a recuperare materiale ed impianti per la registrazione prodotti negli anni ’40 fino agli anni ’70. In questo studio e con questa strumentazione i nostri Rosaire avranno sicuramente trovato l’ambiente perfetto e gli strumenti ideali per sviluppare le loro idee.
“Cristal Eyes” sarà  sicuramente apprezzato dagli amanti della psichedelia dei primordi ma oltre ai nostalgici piacerà  anche a chi cerca atmosfere particolari per lasciarsi un po’ andare.
A proposito, visto che di band francesi si sta parlando, un ascolto anche a gruppi come Matmatah, Last Train, Grand Blanc, The Club 1969 e Kavier Special non sarebbe tempo sprecato.