E’ passato poco più di un anno dall’uscita di “Masseduction” e Annie Clark torna a sorprendere. Era stata proprio lei a parlare di una versione solo piano e voce del disco, registrata insieme a Thomas Bartlett in arte Doveman . “MassEducation” è esattamente questo: le dodici canzoni del 2017 spogliate dei sintetizzatori, delle chitarre, dell’aura pop che le rivestiva. Presentate al pubblico senza veli, con quell’intimità  che riescono a creare due amici che si trovano una sera a suonare. Doveman seduto dietro un pianoforte a coda, Annie Clark accoccolata sul divano davanti a lui.

“MassEducation” non è un ripensamento e neppure un modo per rinnegare la svolta pop di “Masseduction”. E’ invece un disco coraggioso, che rivendica a gran voce il bisogno di cambiare che ogni artista sente prima o poi dentro di sè. L’intesa con Thomas Bartlett è evidente fin dalle prime note di “Slow Slow Disco”, ballata orchestrale che ha poi indossato abiti dance in quel divertente remix chiamato “Fast Slow Disco” e ora subisce la terza trasformazione in pochi mesi: un arrangiamento sobrio, minimale, di gran classe. La qualità  di brani intensi come “New York”, “Smoking Section” e “Happy Birthday Johnny” non si discute, affidati alle sapienti mani di Doveman acquistano dramma e pathos.

Il segreto di “MassEducation” però è un altro. Annie Clark prende la parte più pop di “Masseduction” (quella che rischiava di invecchiare in fretta) e la rende immortale. Gli arrangiamenti di “Savior”, “Sugarboy”, “Los Ageless”, “Hang On Me” che spaziavano dal funk all’elettropop subiscono una metamorfosi completa che rivela il lato più surreale e commovente di canzoni che potevano sembrare fatte apposta per essere consumate con rapidità . Le delicatissime versioni di “Fear The Future” e “Young Lover” fanno risaltare ancora di più i testi e la voce di Annie Clark che non è mai stata così vulnerabile, nemmeno in “Actor” o “Strange Mercy”. “Pills” è un po’ l’emblema di questo disco: l’acida pop song del 2017 che ritroviamo aggrappata a qualche accordo, sarcastica e agrodolce.

St. Vincent dimostra che un brano musicale se ben costruito cresce e si trasforma, può diventare completamente diverso da com’era stato concepito all’inizio. “Masseduction” era il party sfrenato, “MassEducation” è il momento di malinconia che prende quando gli ospiti se ne sono andati e la casa sembra improvvisamente vuota. Gemelli di versi ma non di emozioni, nati dalla fertile creatività  di un’artista unica nel suo genere.