Chi conosce Connan Mockasin (nome in codice di Connan Tant Hosford) sa già  che da questo neozelandese dall’animo psichedelico è lecito aspettarsi tutto o quasi. Cinque anni dopo “Caramel” le quotazioni musicali del biondino di Hawkes Bay sono salite ulteriormente. L’uscita di “Soft Hair”, l’album realizzato insieme a Sam Dust dei Late Of The Pier l’ha tenuto impegnato per diversi mesi, poi ci sono state le collaborazioni con Vince Staples, James Blake e MGMT (c’è anche Connan nel video gotico di “‘Little Dark Age”) oltre alla partecipazione a uno dei concerti tributo che John Cale ha dedicato al cinquantesimo compleanno di “Velvet Underground & Nico”.

“Jassbusters” nasce come colonna sonora di un surreale melodramma in cinque parti chiamato “Bostyn ‘n Dobsyn” nato da alcuni fumetti che Mockasin disegnava da ragazzino, e racconta la storia di un’insegnante di musica (Bostyn interpretato dallo stesso Mockasin) e del suo allievo (Dobsyn). I Jassbusters in realtà  sono la band creata da Bostyn, chitarrista per cui ormai i quindici minuti di fama sono passati da un pezzo. Connan Mockasin gioca e si traveste, indossando cento maschere, ma alla fine dietro trucco e parrucco c’è l’artista di sempre.

Ammiccante. Capace nei momenti migliori di far arrossire persino Serge Gainsbourg, di creare un duetto intenso insieme a James Blake in “Momo’s” (vero singolo mancato di questo disco) e di sfiorare territori molto vicini al jazz e all’ R&B d’autore in “Last Night” con una batteria minimale che tiene il tempo, una chitarra avvolgente che non sfigurerebbe in un fumoso bar di Brooklyn con le pareti di mattoni. Non siamo poi così fuori strada, visto che Mockasin ha rivelato che questi otto brani vanno ascoltati come se fossero divisi in due: un periodo newyorkese (i primi quattro) e uno parigino (gli altri).

“Jassbusters” è il lato più malinconico, dolce e introspettivo di Connan Mockasin che abbandona momentaneamente la psichedelia per reinventarsi chansonnier romantico (ascoltare per credere la conclusiva “Les Be Honest”) più francese dei francesi.

Credit Foto: Sam Kristofski