Genio, autore compulsivo, talento inarrivabile, incapace di tenere il passo della sua creatività , in difficoltà  qualitativa da metà  degli anni ’90 in poi (ma capace comunque di riprendersi), musicista incredibile, autore di testi in cui la sessualità  è stata spessissimo al primo posto, mostrata, esibita e vissuta. Ci fermiamo qui ma di etichette per Prince ne potremmo trovare tantissime. I 35 anni dalla pubblicazione del capolavoro “Purple Rain” e l’uscita di “Originals” ci danno lo spunto per tracciare 10 punti su un foglio realmente immenso. 10 gocce d’acqua in un oceano produttivo vastissimo. Perdonateci le assenze di rilievo, che sono, ovviamente, tantissime (solo a pensare che canzoni come “Let’s Go Crazy”, “1999” o “Why You Wanna Treat Me So Bad”, con il mio assolo preferito di Prince, sono fuori dalla top è una cosa che mi spezza il cuore). Non chiedetemi una classifica perchè mi è davvero impossibile, vista la stima immensa che ho per l’artista. Certo che, se volete già  sbirciare con cosa chiuderò, beh, si, è proprio quella dai…prima degli immancabili bonus, ovvio…

U GOT THE LOOK

1987, da “Sign o’ the Times”

Il 1987 ci consegna un Prince in forma smagliante, ispiratissimo e capace di mettere in un disco tutta la sua fantasia e le sue influenze. “Sign o’ the Times” è, per chi vi scrive, un lavoro magnifico. Capace di ricordarci il Prince che era ma anche capace di gettare basi nuove, cangianti, esaltanti. Sarebbero già  qui i 10 brani per la top se vogliamo (e ancora ne avanzerebbero), anche perchè la forza dell’album è quella di muoversi compatto e inscalfibile, piuttosto che avere dei picchi nei singoli, ma permettetemi di piazzare qul tripudio ritmico martellante che è “U Got The Look”, che ci porta in pista a suon di chitarre sporche in sottofondo che evocano Hendrix e coretti dannatamente pop. Vi giuro che ci ho pensato mille volte su questo brano (che adoro sia chiaro), perchè lasciar fuori perle totali e assolute come (giusto per fare qualche titolo) la morbida title track, l’incalzante “Housequake”, la ballatona zucchero e meraviglie “If I Was Your Girlriend” o il pop pazzesco di “I Could Never Take The Place Of Your Man”, beh, sono davvero delle cose che mandano in crisi chi vi scrive.

CINNAMON GIRL

2004, da “Musicology”

E’ un bel disco “Musicology”, perchè il nostro Prince riesce a non diventare bulimico come spesso gli accadeva e tiene bene la rotta funk-pop-rock. Niente per cui strapparsi le vesti, ma nemmeno le pochezze di album come “Chaos and Disorder” o “Come”. Quello che apprezziamo in “Musicology” è la sobrietà , il buon gusto e la voglia di non strafare. Adoro la title track, così classica eppure irresistibile, ma vado con la più carica e incalzante “Cinnamon Girl”.

RASPBERRY BERET

1985, da “Around the World in a Day”

Te lo immagini uno come Prince che sta a godersi il successo e sforna album fotocopia? No, negli anni ’80 proprio no. Dopo “Purple Rain” la strada sembrava in discesa per il nostro eroe, che invece si mette in mente di tuffarsi nella popedelia, con più di un richiamo ai Beatles. Il disco che ne esce, per chi vi scrive, è una vera delizia, con delle melodie clamorose. Su tutte quella di “Raspberry Beret” che, ovviamente, tratta di esperienze amatorie con una fanciulla, appunto, dal cappellino color lampone. Il buon Prince anche quando guarda alla psichedelia e agli anni ’60 non dimentica mai i suoi principi.

ALPHABET ST.

1988, da “Lovesexy”

In una canzone sola Prince ci porta letteralmente a scuola. Ritmica incalzante, urletti famelici, cori appiccicosi (come fai a non uscirne vivo e a non ripetere all’infinito “Yeah, Yeah, Yeah….“?), funk, chitarre e sotto traccia un ribollire di vita e strumenti a fiato. Un tripudio geniale. Tutti sulla macchina con Prince!

KISS

1986, da “Parade”

Funk minimale e quel falsetto micidiale. Con questi semplici ingredienti Prince ti imbandisce una tavola che ti lascia sazio, stupefatto e senza parole. Non ci stancheremmo mai di simili baci!

LITTLE RED CORVETTE

1982, da “1999”

“1999” è un disco magnifico. Prince nei suoi testi va sempre a toccare i suoi ambienti a forte contenuto erotico, ma musicalmente si permette di tutto, con un gusto e l’inventiva che va a mille. “Little Red Corvette” è la hit del caso, dal ritornello a presa rapidissima, ma il disco è esplosivo, vivo, intensissimo e non riusciamo davvero a tenerlo in mano, perchè materiale più che hot. Soluzioni micidiali una dietro l’altra, ballate limpide, pop e ritmi che fanno la differenza.

I WOULD DIE FOR YOU

1984, da “Purple Rain”

Adoro questa canzone, ha questo tappeto ritmico incalzante e l’uso del piano mi fa impazzire, ma c’è poi la melodia che è limpidissima e irresistibile.

WHEN DOVES CRY

1984, da “Purple Rain”

Via, subito chitarrona in partenza, ma è una finta, ecco che quel ritmo quasi marziale e secco viene completato da quella tastiera che traccia la linea melodica. Prince è tanto sensuale, quanto freddo in una canzone che è praticamente perfetta, fino a quel crescendo finale in cui gli ormeggi vengono mollati e la voce acquista la forza del coro e delle sovrapposizioni. Ah, che ci crediate o meno non c’è il basso. C’è il groove, c’è il funk, c’è il pop ma non c’è la linea di basso. Vabbè, genio.

GOLD

1995, da “The Gold Experience”

In una TOP 10 è inevitabile inserire i picchi di un artista ma anche qualcosa che si fa largo nei nostri pensieri e nel nostro cuore per ragioni puramente personali. E’ il caso di “Gold”, brano di Prince che mi fa letteralmente andare fuori di testa. Un po’ perchè ho sempre pensato che “The Gold Experience” non sia un brutto disco. Pomposo e ridondante a tratti ma anche molto ricco di spunti, poi in “Gold” ritrovo dentro un po’ di sapori di “Around The World In A Day” e la cosa non mi dispiace. La verità  è comunque che il brano “Gold” mi ha davvero fatto compagnia durante l’anno del mio servizio civile. Lontano da casa, con la mia radio nella mia piccola stanza in cui mi rifugiavo quando non lavoravo, spesso trovavo Prince con questo brano e il gaudio era estremo. Immediata e appicciosa. Sempre amata questa canzone, fin dal primo ascolto. E’ pure la preferita di mio figlio…la tradizione continua!

PURPLE RAIN

1984, da “Purple Rain”

Io non posso commentare un brano simile. E’ impossibile trovare parole ed aggettivi per descrivere il paradiso.

BONUS TRACK 1: GUITAR

2007, da “Planet Earth”

Il 3 novembre 2010 ho visto il mio unico concerto di Prince. Al Forum di Assago. Mi brillavano gli occhi. Rimarrà  per sempre nella mia memoria ogni secondo di quel live, dalle prime canzoni con tutte le luci accese (con Prince che sembra quasi intento a fare un soundcheck), ai grandi classici snocciolati uno dietro l’altro, alle riprese dei The Time, al palco pieno di fan durante “Take Me With U”. Il concerto finisce. Le luci si riaccendono e tutto sembra finito. Sembra. Con un Forum mezzo vuoto, visto che ormai la maggior parte dei presenti è uscita, ecco che, sempre a luci accese, Prince se ne esce fuori e spara questa carichissima “Guitar”, che in versione live diventa letteralmente una bomba atomica e mi si imprime a fuoco nel cervello. Figurati se non poteva essere la bonus track perfetta di questa top 10.

BONUS TRACK 2: SOMETIMES IT SNOWS IN APRIL

1986, da “Parade”

Una seconda bonus track. Alla quale ho pensato tantissimo. Volevo lasciarla fuori questa canzone, perchè mi ricorda quanto male sono stato alla notizia della morte di Prince. 21 aprile 2016. Aprile. E solo qualche giorno prima avevo, come sempre in questo mese, rispolverato “Parade” e mi ero messo in loop questo brano, questa ballata che considero una delle canzoni più belle della storia della musica. Prince muore proprio in Aprile. Pare uno scherzo del destino. Davvero qualche volta la neve può cadere in aprile, davvero in questo mese possono succedere cose impensabili. E così mi sono detto che non poteva mancare. E mi viene ancora da piangere. Ancora non ci credo.

Credit Foto: penner [CC BY-SA 3.0], via Wikimedia Commons