Piccoli grandi eroi, che si son fatti uomini, e che di gettare la spugna non ne hanno voglia alcuna.

Anche se ne hanno viste e vissute di cose e di momenti, gli …And You Will Know Us By The Trail Of Dead (più semplicemente ToD), tra alti (pochi, invero, ma intensi) e bassi e cambi di formazione, laddove i soli Conrad Keely e Jason Reece sono lì a dare continuità  dagli esordi datati 1993, ne hanno ancora di benzina in serbatoio.

Al decimo album, senza lasciare per strada un decibel, un watt o un ampere di intensità  evocativa, marchio di fabbrica della casa. Si respira, ancora, quella aria tanto 90’s da alt-rock americano, sì, e quando serve non si lesina sulla melodia, ma è con l’incedere più cazzuto e rumoroso (sentasi, “All Who Wander”), che si lega spesso a doppio filo con seconde metà  prog e strumentali, che si può davvero tratteggiare il quadro perfetto per i texani.

Cavalcate, spallate, virate in territori più spirituali, incursioni in lande dalla malia digitale (meritevole, davvero, “Gone”), la consueta ricerca dell’epicità  al suo acme (emblematico il singolo “Don’t Look Down”), i ToD sono ormai esperti piloti, abili sia ad alternare scariche di gas a giri dosati per le curve più paraboliche, come a lasciare l’acceleratore giù per mistiche insenature (“Eyes Of The Overworld”, “Blade Of Wind”).

I ToD sono una di quelle band che hanno raccolto probabilmente meno di quello che avrebbero potuto ma che, come detto, di mollare non ne hanno intenzione: e allora se questo “X: The Godless Void and Other Stories” non passerà  alla storia nè per pezzi memorabili tantomeno per qualità  in termini assoluti, sicuramente metterà  altre frecce nella faretra dei texani, pronti a salire ancora sui palchi di mezzo mondo, dove la resa è sempre d’eccezione e lo spettacolo è davvero da non perdere.