Provate ad ascoltare “Nella testa” per un po’ di tempo e poi provate a vedere se riuscite a togliervelo dalla vostra di testa,”… se mi fai stare bene o mi fai stare male non importa fuori c’è la tempesta” vi resterà  appiccicato per parecchio tempo.

Tutto questo per sottolineare come Marco Ulcigrai, voce e chitarra e Thomas Paganini, voce e basso di Il Triangolo, in questo loro nuovo lavoro riescono a confezionare brani ad alto contenuto pop, capaci di fare subito presa sull’ascoltatore, mantenendo una qualità  e una freschezza sempre alta.

Un brano come nella “Nella testa”, ma anche altri che citeremo più avanti, ha tutte le potenzialità  per passaggi radiofonici e per incontrare il gusto di un pubblico più vasto, orecchiabile e frizzante, con un testo non banale che nasconde una certa inquietudine esistenziale.

La cifra di tutto l’album è tutto sommato la stessa, l’immediatezza che si esprime nel sound, ma anche nei testi, che a volte sembrano semplici al primo ascolto, ma che se riletti nascondono un affresco di una quotidianità  a volte inconsapevolmente accettata.

C’è una riflessione di fondo che ormai scatta per tutti in modo naturale una volta superati i 30 anni, un’urgenza di avere qualcosa di concreto, di realizzare un progetto, di trovare un posto nel mondo, di immaginarsi il proprio futuro.

Se andate ad ascoltare il loro precedente album del 2014 ” Un’America”, l’evoluzione della band è evidente e in fondo anche naturale, cinque anni di distanza sono tanti e  in questo lasso di tempo si possono accumulare esperienze professionali e umane che ti cambiano e ti trasformano.

L’album apre con ” Nella testa” e continua con “Faccio un cinema”, anche questo brano riuscito e che funziona molto bene.

Il pregio dell’album è   che scorre via bene ed è sempre piacevole, come accade per ” Volevo un vizio” o “Ivan” e anche “Messico”, tutti   brani capaci di funzionare anche come singoli, tra momenti ritmici elettronici, chitarre elettriche e acustiche.

Se Il Triangolo cercava una nuova via da percorrere, sicuramente con questo nuovo lavoro ha trovato alcune certezze e le basi sulle quali costruire il proprio futuro artistico e la possibilità  sviluppare un sound personale e riconoscibile, che è alla base di   ogni band che vuole ritagliarsi un proprio spazio.

Altro aspetto interessante è che Il Triangolo finalmente si allontana da una scrittura Indie pop sempre uguale, condizionata dai grandi successi mainstream che hanno finito per appiattire una scena musicale che all’inizio sembrava interessante.

Se questo album in fondo possiamo considerarlo un nuovo inizio per i due ragazzi di Varese, allo stesso tempo rappresenta una buona speranza di un futuro brillante.

Credit Foto: Chiara Mirelli