Attiviamo il radar e scandagliamo in profondità  un universo musicale sommerso. Ogni settimana vi racconteremo una band o un artista “‘nascosto’ che secondo noi merita il vostro ascolto. Noi mettiamo gli strumenti, voi orecchie e voglia di scoperta, che l’esplorazione abbia inizio (e mai una fine)”…

Byron Bay è una cittadina australiana, si trova nel Nuovo Galles, sulla costa sud-occidentale. Oggi è una località  turistica molto frequentata, molti pensionati si trasferiscono qui ma negli anni ’60, grazie alla nascente passione per il surf, divenne uno dei luoghi più frequentati soprattutto da esponenti del movimento hippy e della controcultura. Sebbene di quel periodo non ne rimane che un piacevole ricordo, la cittadina mantiene ancor oggi quello spirito di ribellione, quell’anima e quel gusto per l’alternativo che la rese celebre in quegli anni. La scena musicale della città  di quel periodo trovò nei Gong il momento più rappresentativo e importante. Rock psichedelico influenzato dalla scena di Canterbury (uno dei fondatori del gruppo, Daevid Allen, faceva parte dei Soft Machine, celebre band inglese di stanza proprio a Canterbury). In questo contesto, ormai mezzo secolo più tardi, si formano i Mini Skirt, che nel dicembre del 2016 pubblicano il loro EP d’esordio “Taste EP”.

Non ci sono dubbi. I Mini Skirt sono una band agitata che attraverso una indiscutibile attitudine punk e la voce di Jacob Boylan danno vita a una esperienza musicale che diventa mezzo di denuncia. Chi in Australia ci è nato e che da subito ha scritto di loro, mette in evidenza un punto che appare non di poca importanza: il forte accento australiano con cui Boylan confeziona le sue canzoni. Questo accento riesce a coinvolgere, ad avvolgere, ad attirare chi da anni ha come riferimento le band americane e inglesi che da sempre, musicalmente, monopolizzano questo genere.

Inoltre il punk, come lo abbiamo conosciuto negli anni ’70, ha bisogno di nemici e malessere. La band di Boylan riesce a connettere la fisicità  e la durezza dei testi creando una sorta di smarrimento in chi ascolta, una perdita di equilibrio mentale. “Non Ho mai visto una cane mangiare un altro cane” è la frase che viene ripetuta in continuazione nel primo brano del loro primo EP. E sempre in “Dogs” Boylan ci spiazza con la sua scoperta “Ho trovato il paradiso nel cassetto dei calzini e l’inferno nel lavello della cucina

Nel marzo del 2018 esce un nuovo EP dal titolo “7”

Cominciamo a conoscerli meglio questi Mini Skirt e i ripetuti ascolti ci convincono che la band ha stoffa. Qui dal vivo possiamo apprezzare la loro presenza sul palco, le chitarre pulite e incalzanti, la voce rauca e secca di Boylan comincia ad assumere un carattere che risuona familiare.

Dal loro singolo “Hello Possums” pubblicato nell’ottobre 2018

possiamo divertirci con “(untitled)”osservando ignoti frequentatori di un pub esibirsi con disinvoltura. In fondo il loro genere viene pure definito Pub Rock, da gustarsi con la classica pinta di birra ben stretta tra le dita.

Luglio 2020, esce il loro debut. Un album imperioso, importante, solido.

Il singolo “Brigantine St” ti prende, anzi, ti rapisce. “Voglio credere nella rivoluzione / Voglio credere nel mio contributo / Ma i bastardi continuano a vincere!” In Australia, nel 2019 il partito liberale vince le elezioni. I conservatori si confermano vincenti nonostante i sondaggi e sei anni di governo tumultuoso .

L’album è una miscela di energia grezza, rabbia soffocata, melodie urlate. Nulla da invidiare alle post punk band britanniche di cui si fa un gran (e meritato) parlare in questi ultimi periodi.

L’album si chiude con il brano “Animals”.

Un gran bel piacere aver conosciuto i Mini Skirt. Byron Bay ha alzato il capo e ci guarda ora dritto negli occhi, canticchiando…

“And I’m pretty
And I’m pretty
And I’m pretty
And I’m pretty
And I’m pretty
And I’m pretty
And I’m pretty sick of it all”

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