Non smette di sorprendere la musica ideata da Angela Seo e Jamie Stewart. Proprio Stewart ci aveva raccontato anni fa in una bella intervista il bruciante desiderio di evolversi, cambiare sempre, non fare due dischi uguali o troppo simili tra loro. Le canzoni di “Oh No” diverse lo sono per forza: nate in gran parte dopo la fine di solide amicizie e collaborazioni di lunga data, in un momento di forte smarrimento e delusione.

Quindici atti unici adottati da altrettanti artisti che Stewart ammira e apprezza, capaci di regalargli quel senso di comunità  che aveva smarrito e di fornire sostegno e fiducia nel momento del bisogno, spingendolo ad affermare con convinzione: “sulla mia chitarra c’è l’adesivo I Hate People ma ora odio le persone un po’ meno“. Un album di duetti, quello che forse mancava nella discografia degli Xiu Xiu.

Largo quindi a Sharon Van Etten, a Chelsea Wolfe in una cover elettrificata di “One Hundred Years” dei Cure, a Haley Fohr dei Circuit des Yeux, Deb Demure (nome in codice di Andrew Clinco dei Drab Majesty), George Lewis Jr. dei Twin Shadow e Liz Harris dei Grouper a cui sono affidate le parti più sognanti, liriche, dolorose e quasi epiche di un disco che è una continua ricerca sonora, rumoroso e accattivante con quell’aura di intensità  dark e spettrale che gli ammiratori degli Xiu Xiu ben conoscono.

Prodotto da Angela Seo, Lawrence English e Greg Saunier dei Deerhoof (sua la voce nella tagliente e rumorosa “Goodbye For Good”) registrato a Los Angeles tra il 2019 e il 2020, “Oh No” è il sound di una band che vuole perdersi nell’elettronica pulsante e minimale con Angus Andrew del LIARS a far da guida, Jonathan Meiburg e Owen Pallett da navigatori, mentre il paesaggio notturno scorre fuori dal finestrino e Alice Bag osserva assorta cantando con la sigaretta in mano.

Il quattordicesimo disco a firma Xiu Xiu è un esperimento e come tale va considerato: reinventare con coraggio una storia che sembrava già  scritta scoprendo nuove atmosfere, sonorità  che diventano accattivanti e perfino più accessibili (sentire per credere “A Bottle of Rum”) termine che non deve far paura. C’è tanto da ascoltare, da capire e il tempo per farlo non manca di certo.