Si presentano con un biglietto da visita di tutto rispetto le Hey, King! : un album d’esordio prodotto da Ben Harper (già  al loro fianco nell’EP “Be Still” lo scorso anno) e il supporto di un’etichetta prestigiosa come la ANTI. La multi strumentista Natalie London (voce, piano, chitarra e un mucchio di altre cose) e Taylor Plecity (batteria, percussioni, voce) sono coppia nella vita e duo vivace e tiratissimo, capace di creare armonie gioiose montate su ritmi frenetici e indiavolati. Rock e pop si mescolano spesso e volentieri fin dalle prime note di “Beautiful” in cui spunta un violino a rendere tutto più melodico.

A powerhouse” le ha definite il Vancouver Weekly tirando in ballo i primi Arcade Fire e il paragone non stona visto il suono pieno, grintoso che le due riescono a produrre quando alzano il ritmo come succede nella trascinante “Road Rage”, mentre “Morning” è una ballata delicata e intensa e “Walk” si sposta verso un rock venato di atmosfere jazz e tex mex. “Don’t Let Me Get Away” con la sua chitarra acustica e il cantato in falsetto è il pezzo più tradizionale, a forti tinte country folk, il singolo che ha convinto la ANTI a puntare su di loro.

“Get Up” è una piccola pillola di ottimismo e il contrasto con l’accorata e rabbiosa “Sorry” è netto e ben orchestrato. “Sing Me To Sleep”, la seconda pura ballata del lotto, poggia solo su poche note di piano, una tromba sinuosa e una batteria appena accennata in un arrangiamento dove sono le voci di Natalie e Taylor a dominare la scena. “Lucky” all’inizio ha il piglio dei White Stripes per poi aprirsi e rivelare ben altre influenze, chiude i giochi “Holy” ed è un saluto dolce e appassionato, un intimo e aggraziato racconto di complicità  al femminile.

Le Hey, King! hanno le idee chiare e un sound già  ben definito, pieno di sfumature non certo inedite ma tutte da scoprire e negli undici brani qui proposti c’è abbastanza varietà  da tenere occupati anche gli ascoltatori più esigenti. “Half Alive” è l’esempio perfetto: avvolgente e ipnotica, si sviluppa in modo inaspettato mostrando l’altro lato di un gruppo che entra meritatamente in corsa per il titolo di sorpresa dell’anno.

Credit foto: Richard Fournier