Continua senza sosta la marcia dei Wings Of Desire, la band di Chloe Little e James Taylor, nata dalle ceneri degli INHEAVEN, che segue coordinate sonore che abbracciano il Krautrock, il Bowie del periodo berlinese e la Factory Records piuttosto che le chitarre in odor di Smashing Pumpkins e Pixies dell’esperienza precedente. Il duo piazza ora un nuovo EP, “Amun-Ra”, che ci mostra una band perfettamente a suo agio nel nuovo mondo sonoro. Le chitarre ruvide non mancano, così come le melodie che ma quello che più colpisce è l’effetto ipnotico e ossessivo dei brani della band, sviluppati come se seguissero un loop, un circolo che entra in testa e continua ad espandersi. Ritmi martellanti e parole ripetute come mantra: i Wings Of Desire sono accattivanti e ben presto ci si accorge di come la loro musica entri sottopelle per non andarsene più via.

(L’intervista, nella sua forma originale, è contenuta su Rockerilla, n °485, gennaio 2021)

La prima domanda è ovvia, lo so, ma è quasi necessaria per conoscervi meglio. Come siete passati dagli INHEAVEN ai Wings Of Desire?
Beh è stata una cosa molto naturale. Il nostro ultimo tour, fatto a nome INHEAVEN, è stato con i Pale Waves negli Stati Uniti. Credo che tutti insieme abbiamo deciso di concludere la nostra avventura con quel nome alla fine di quelle 20 date. Eravamo tutti pronti a fare cose diverse musicalmente e personalmente. Io e Chloe siamo finiti a vivere a New York per un po’ di tempo invece di volare a casa, lì abbiamo lavorato su un nuovo sound e una nuova visione che non si adattava a quello che stavamo facendo con INHEAVEN. è lì che sono nati i Wings of Desire.

Posso dire che, fin dalla scelta del nome, è chiaro che la band sia molto orientata anche all’aspetto visivo e iconografico e non solo musicale?
Sì, il nome e la grafica vanno insieme, certo. Come puoi capire ci piace molto Wim Wenders. Il nome si adatta perfettamente ai paesaggi sonori e visivi, con forti riferimenti cinematografici, che stavamo creando. In realtà  è stato il testo alla fine di “001” (Can’t deny the wings of desire), il nostro primo singolo, che è arrivato per primo.

Vorrei sapere quali sono i punti di partenza del progetto Wings Of Desire.
La mission della band è sempre stata quella di essere uno specchio della società  e di tutto ciò che accade oggi nel mondo. Creare uno sbocco di coscienza, che possa essere in espansione, per una generazione che si ritrova più povera e con diverse privazioni.

Mi piace come tu, James, sia riuscito a cambiare il tuo modo di cantare: in queste canzoni hai uno stile molto declamatorio, si sposa molto bene con l’umore dei brani. Cosa ne pensi?
Ho cercato di essere più onesto possibile con l’uso e la resa della mia voce, in più conta che i brani sono autoprodotti, il che mi permette di mantenere quelle sfumature e quei momenti che potremmo definire imperfetti che rendono una canzone più personale, credo di eserci riuscito.

I video, nel progetto Wings Of Desire, stanno assumento un aspetto molto importante.
I video sono molto importanti per noi, un grande video può esaltare la potenza di una canzone. Chloe, che li produce, è molto appassionata di cinema, quindi la combinazione funziona bene. Sono lo specchio perfetto della (nostra) musica.

Viviamo in tempi bui e difficili…credete che saranno un vero punto di rottura e porteranno a profondi cambiamenti o il desiderio inconscio sarà  quello di realizzare una “restaurazione” (che forse, ormai, non sarà  più possibile)?
Hai ragione, questi sono tempi oscuri e difficili, ma penso che proprio dal buio possa sempre venire la luce. Forse, come società , abbiamo tutti bisogno di un po’ di tempo di riflessione. Gli stessi diamanti si formano e si plasmano dal calore intenso e dalla pressione, dopo tutto.