Credit: Christian Valenzuela Barrondo

Chi va piano va sano e lontano. Potrebbe essere questo il motto degli svedesi Boy With Apple che avevano esordito, con i primi brani, nel lontano 2020. Un lungo periodo per affinare al meglio il loro accattivante dream-pop, tanto melodico quanto capace di smarcarsi dai cliché del genere, lavorando alla perfezione sul ritmo e sull’influenza di un sound più shoegaze. Alla luce di un primo album molto interessante (recensito ottimamamente qui), non potevamo non scambiare due chiacchiere con loro.

(L’intervista, nella sua forma originale, si trova su Rockerilla, numero 523 marzo)

Finalmente il vostro primo album è arrivato. Mi piace notare come non abbiate affrettato le cose. È stata solo la pandemia a rallentare il percorso o avete voluto prendervi tutto il tempo necessario per fare il miglior lavoro possibile?
La qualità della musica è molto importante per noi. Non vogliamo pubblicare qualcosa che non sia il meglio che possiamo fare. Un altro fattore è ovviamente quello di bilanciare i concerti e il nostro lavoro quotidiano con la produzione musicale. Crediamo veramente nella nostra musica e siamo sempre stati dell’idea che ci vuole il tempo giusto, non certo fare di fretta.

Il disco ci dà la possibilità di ammirare il vostro percorso, perché ci sono brani che risalgono ai vostri esordi, ma anche canzoni più recenti (ad esempio, “Strawberry Boy”) e altre assolutamente inedite. Come si è evoluto il vostro modo di scrivere musica?
Probabilmente il cambiamento più grande è stato la maggiore fiducia nella nostra capacità di scrivere canzoni convincenti. Il feedback positivo e i nuovi ascoltatori che abbiamo ottenuto negli ultimi anni ci hanno influenzato molto. Con il nostro nuovo materiale abbiamo fatto dei passi in avanti più grandi e speriamo di arrivare ancora più lontano di prima. Impariamo costantemente mentre scriviamo e produciamo, quindi possiamo sempre promettere che la prossima canzone sarà migliore della precedente.

Una cosa che mi colpisce molto delle nuove canzoni è il ritmo o meglio, il fatto che durante la canzone ci siano così tante variazioni, penso ad esempio a una canzone come “My Girl”, che sembra cambiare così tante volte davanti a noi. Se dovessi definirvi direi che il vostro è un dream-pop che lavora molto sul ritmo, etereo ma che vuole far “muovere e ballare” l’ascoltatore. Cosa ne pensate?
È una scelta molto consapevole, vogliamo che l’ascolto delle nostre canzoni sia coinvolgente ed emozionante. Vorremmo far vivere all’ascoltatore un’esperienza. Apparteniamo alla generazione che ha bisogno di stimoli continui, quindi non vogliamo che le nostre canzoni siano noiose.

L’amore e il modo di affrontare la realtà: il comunicato stampa dice che questi sono temi ricorrenti nelle vostre canzoni, ma, ad esempio, una canzone magnifica come “GBG Hill”s parla di malattia mentale. Volevo saperne di più su questa canzone e vorrei sapere in che modo la realtà svedese, che davvero non conosco, influenza i vostri testi.
Ci sono cose che si sentono universalmente, come il fatto che il capitalismo all’ultimo stadio è un fenomeno globale. Possiamo “partecipare” a guerre, povertà e ingiustizie da ogni parte del mondo attraverso i nostri telefoni. Ma ci sono anche questioni personali che hanno influenzato direttamente il modo in cui scriviamo le nostre canzoni. La malattia mentale, sì, ma raccontata da un freddo stato scandinavo in cui è una scommessa il fatto che si possa vivere una vita sicura o meno.

Forse ora vi farò sorridere. Adoro “Lily”: è una canzone che mi sembra “liquida”. È come volare nell’aria, senza toccare terra. Forse dà questa sensazione anche a voi…
È bello sentirlo! È affascinante come le onde sonore possano trasmettere questo tipo di significato ed è sicuramente qualcosa che cerchiamo di ottenere. Probabilmente ha a che fare con il modo in cui usiamo echi e riverberi lunghi che danno la sensazione che i suoni si stiano sciogliendo o siano liquidi.

Green Eyes” e “Iceace” sono le canzoni che più mi piace accostare allo shoegaze. È un genere musicale che ascolta spesso? Avete qualche artista che apprezzate?
Lo shoegaze è qualcosa di cui ci siamo innamorati come gruppo ed è una sorta di piattaforma da cui esploriamo altre parti dell’universo musicale. Ascoltiamo molto shoegaze, ma anche tonnellate di altre cose, dall’EDM al jazz.

Adoro “Linger On”. Lo trovo uno dei brani delle più avvolgenti del vostro repertorio, ma forse anche una delle più cupe. Come è nata questa canzone dall’atmosfera così particolare?
La canzone è una combinazione di due diversi tipi di cuore spezzato. Zara ha realizzato un demo intitolato “dagen efte”r, che in inglese si traduce in “the day after” (il giorno dopo, ndr) ed è stato realizzato il giorno dopo aver saputo che non avrebbe mai più rivisto un ragazzo. Contemporaneamente, Saga ha vissuto un’analoga situazione e ha scritto il testo mentre andava al lavoro, il giorno dopo, quando quel sentimento continuava a vivere in lei.

“My Girl”, altro brano che non posso non citare. La chitarra ha un ruolo importante, sembra quasi spiccare. Possiamo definirla la vostra canzone più “guitar-pop”? Sai che per me è la canzone con la melodia più immediata?
Ti ringraziamo Riccardo per averci svelato questa tua preferenza. Si, è vero credo che le parti di chitarra siano molto in evidenza in “My Gir”l! Ci concentriamo molto sulla melodia quando scriviamo. Il fatto divertente è che non è stato uno dei chitarristi a scrivere la melodia. Indovinate chi l’ha scritta?

Il cuore che appare sulla vostra copertina è ora il vostro marchio di fabbrica. Mi sbaglio?
Guarda, se si trasformasse naturalmente in un segno distintivo non ci sarebbe alcun problema!

Sono sicuro che vi piacciono tutte le canzoni del vostro album, ma ce n’è una in particolare che vi entusiasma?

Dipende se stiamo parlando di ascoltare la canzone o di suonarla dal vivo: la scelta cambia continuamente. Al momento, la nostra preferita da suonare dal vivo è “Rosemary’s Baby”. Ha una grande gamma dinamica e lascia molto spazio all’improvvisazione. Un’altra preferita è “Iceage”, un classico dei nostri show.

State già pensando a come presentare questi brani dal vivo?
Praticamente li abbiamo già suonati tutti dal vivo, tranne “Lily”! La reazione del pubblico al nostro nuovo materiale è parte integrante del nostro processo di scrittura.

Grazie ancora ragazzi per la vostra gentilezza. Siamo nel 2024: quali sono i vostri progetti per il nuovo anno?
In primis suoneremo a New York e Austin proprio in questo mese di marzo! Ci sarà qualche concerto in Germania, in aprile, e naturalmente nella nostra città natale, Göteborg. Ah, abbiamo già iniziato a lavorare su altro materiale nuovo! Stiamo anche cercando di aumentare la nostra presenza online, quindi seguite la nostra pagina Instagram: boywithappl. Naturalmente grazie a te per le tue ottime domande! Ci piacerebbe visitare l’Italia prima o poi. Pace e amore.