La band di Brooklyn guidata da Jeremy Snyder e’ un progetto un progetto indubbiamente particolare che basa gran parte della sua costruzione musicale su fondamenta art punk nel quale riesce a trasfigurare e scombinare il passato a cui fa riferimento (Sonic Youth, Swans).

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Fin dagli inizi avevano attirato attenzioni, Joe Talbot degli Idles aveva in passato dichiarato il suo apprezzamento per il lavoro della band, che vede nel coinvolgimento della ballerina e artista visuale Bianca Abarca, che aggiunge costanti parti vocali, il pieno completamento.

Snyder ha un passato familiare complicato: faceva parte di una congregazione religiosa particolarmente rigida, che limitava tutte le scelte che andassero contro il loro credo e lo costringeva ad ascoltare in segreto la musica considerata satanica e quindi vietata (i Sonic Youth saranno, come da lui stesso raccontato, i suoi idoli segreti e uno stimolo per ribellarsi), oggi si professa comunista in una visione anticapitalista personale. Un percorso che ha previsto l’abbandono di una ideologia dogmatica (la verità si basa su un’accettazione che annulla qualsiasi forma di relativismo e determina una naturale visione assolutista) a cui dedicare la vita, a un’altra altrettanto dogmatica a cui dedicare il pensiero, un percorso che a dire il vero molti fanno al contrario, da giovani comunisti e anticlericali e poi da vecchi riscoprono la religione e ne diventano alfieri (ogni riferimento a Giovanni Lindo Ferretti non è assolutamente intenzionale o appropriata).

Unire il krauthrock al noise al punk o a qualsiasi altra roba non è più ormai una novità ma i Pure Adult tra effetti vari, registrazioni ambientali e una batteria a tratti particolarmente brillante riescono ad essere credibili e interessanti anche tramite uno spoken caricato e teatrale.

Il tutto viene unito all’utilizzo di loop che si presenta spesso insieme a effetti vari che pur ripetendosi non stancano, l’inizio dell’album non poteva essere che con “Hot Crusade”, gran pezzo, una specie di Talking Heads ma nevrotici e disturbati con il brano che cambia e si trasforma per tutta la sua durata.

Altri episodi interessanti non mancano di certo, “The Power of Incredible Violence Part III” e’ una bomba di energia vibrante e isterica accentuata da vocalita’ e basso, attenuata dall’arrivo di “Do You Feel Like You’ve Been in a Lot of Forests?” che nel momento giusto da un attimo di tregua liberandoci da questa specie di alienazione sonora.

Segnalo anche “Isfahan Bossa” con il suo particolare andamento sudamericano e “A Big Surprise“ che sembra il momento per rilassarsi un po’ almeno finche non entra in azione Bianca Abarca a ricordarci di non stare troppo tranquilli e prepararci al peggio.

I Pure Adult riescono a suscitare interesse e sembrano voler andare per la loro strada senza compromessi, rendono tutto ancora più complicato di quanto necessario disinteressandosi di prendere strade più facili e immediate.