Credit: Ilaria Magliocchetti Lombi

Ci eravamo un po’ persi di vista con Vasco Brondi. Ma appena è uscita la notizia, che a quindici anni dall’uscita di “Canzoni da spiaggia deturpata”, Vasco sarebbe tornato ad accendere le Luci della Centrale Elettrica non abbiamo potuto esimerci. Biglietti nel carrello per la serata (che poi sarebbero diventate due) di Ferrara in cui sul palco ci sarebbe stato anche Giorgino Canali.

Tutta la prima parte del concerto attinge a piene mani dal primo album che, anche a distanza di tre lustri, non ha minimamente perso di potenza nonostante Vasco sia probabilmente anni luce lontano da quanto scritto all’epoca. Giorgino è ovviamente una garanzia ma anche gli altri sul palco fanno il loro, soprattutto il violoncello che dà un tocco di classe a tutti i pezzi.
Ad un certo punto Vasco dice che è stato avvistato un caso umano tra il pubblico (non ho ben capito, forse qualcuno che dava fastidio). La soluzione ce l’avrebbe Canali che propone di dargli fuoco, probabilmente con la sigaretta che ha sempre accesa tra le labbra. Parte del pubblico, quella meno giovane (piace l’eufemismo?), urla a squarciagola i versi delle stupende “Lacrimogeni”, “Per combattere l’acne”, “Piromani”. Segnaliamo la chicca di “Nei garage a Milano nord” con Vasco che dice come probabilmente non l’hanno mai fatta dal vivo perchè non veniva bene (setlist comunque lo smentisce).

Dopo otto pezzi belli tirati e una poesia Vasco passa a canzoni meno datate. E Giorgino si rifugia dietro al palco. Brondi sembra decisamente più a proprio agio e con lui il pubblico più giovane che prende in mano il coro sui ritornelli e non solo. Onestamente non sono un fan della successiva produzione di Vasco. “A forma di fulmine”, “nel profondo Veneto”, “Stelle Marine”, “Chakra” non mi piacevano al momento dell’uscita e continuano a suonarmi non particolarmente riuscite. “Cara Catastrofe” invece resta un buon pezzo impreziosito da una grande esecuzione di gruppo.

Per i bis torna la formazione al completo. La versione proposta di “Gigantesca scritta Coop” non mi esalta, quella di “Sere Feriali” sì. Poi “Nuvole senza Messico” di Giorgio Canali (annunciata dallo stesso con un lapidario “è una canzone di merda“) e “Mistica” (pleonastica).

Nei bis parte 2 una versione particolarmente ispirata (ed attuale) di “Quando tornerai dall’estero”.

Salutiamo Vasco e chissà, magari ci rivedremo per il trentennale.