La band di Chicago continua la sua evoluzione artistica allargando i propri confini musicali e trovando una forma non del tutto definita ma che rivela ottime intuizioni in un territorio, quello del post punk, non ancora saturo ma ben affollato.
“Careful!” è il primo album pubblicato con la gloriosa etichetta Sub Pop ed è stato registrato presso i Palisade Studios di Chicago con l’aiuto del produttore/ingegnere Dave Vettraino (Makaya McCraven, Lala Lala).

Credit; Bandcanp

Il cantante e chitarrista Nic Gohl, il chitarrista Mike Clawson, il batterista Shiraz Bhatti e il bassista Drew McBride formano i Deeper nel 2014.

Cresciuti nella ricca e stimolante scena DIY di Chicago frequentando mitici locali come l’Animal Kingdom, il Mortville o e il Treasure Town – ormai solo un triste ricordo per chi ebbe la fortuna di trascorrervi del tempo – i quattro giovani musicisti si fecero coinvolgere in quel clima fecondo maturando dentro loro stessi la convinzione di poter raggiungere tranquillamente le fattezze e i lineamenti di una band autorevole ed influente.

Dobbiamo aspettare però il 2018 per il loro debutto omonimo che mette in luce lo stile nervoso dei brani e la natura claustrofobica dei testi di Gohl, caratteristica che non accennerà a sopirsi nei successivi episodi.

Le influenze giovanili di band come TelevisionGang of FourWire , Devo e la somiglianza della voce di Gohl a quella di Robert Smith dei Cure avevano di certo catalizzato le positive recensioni del loro sophomoreAuto-pain“, uscito in quel brutto periodo del 2020, che oltre ai lockdown di natura pandemica aveva trascinato Mike Clawson, storico fondatore con Gohl del gruppo di Chicago a lasciare la band e poco dopo a suicidarsi.

Kevin Fairbairn è subentrato nel ruolo di bassista nell’attuale formazione con il conseguente passaggio di McBride alla chitarrra..
I brani di “Careful!” sono stati scritti durante i mesi della pandemia, ispirandosi al periodo berlinese di Bowie. Le chiusure forzate hanno permesso ai membri della band un approccio più studiato, avendo il tempo per perfezionare le proprie parti superando quell’attitudine dei primi periodi della band, in cui i brani venivano creati in sala prove sfoltendo, filtrando e setacciando

tutta quella roba che tiravamo sul muro per vedere cosa rimaneva.

Ti senti bene quando ascolti questa canzone? Il tuo corpo vuole muoversi con essa?

sono state le domande e l’obiettivo che Gohl e i suoi compagni hanno prestato attenzione, punti da focalizzare nella scrittura e negli arrangiamenti dei pezzi.

Nascono quindi pezzi come “Sub” e “Built a Bridge” che non a caso sono i primi due singoli tratti dall’album. Il primo ricco di ritmo ed energia con il finale infervorato, il secondo ha una formidabile carica emotiva che si esalta nello struggente ritornello. Tutto questo mantenendo – ricordate? – la volontà di far muovere il nostro corpo!

Difficile catalogare in un genere i brani di “Careful!”, la definizione post-punk, seppur vaga, va un pochino stretta. C’è spazio per una divagazione sperimentale nei brani “Heat Lamp” e “Pilsen 4th”, più che altro intermezzi elettronici, nell’ipnotica e sempre strumentale “devil-loc” che rivaleggia con “Fame” per lo scettro di brano più eccentrico con le sue vibrazioni e ritmi indiani, canto isterico, fiati stravaganti e la chitarra che ruba note al flamenco. L’album è ricco di spunti e idee, “Dualbass” si regge, guarda caso su due linee di basso con Gohl a “fannulleggiare” con la voce che si adagia pacatamente nella sua versione Robert Smith in “Bite”.

Solo per correttezza e precisione d’informazione non troverete nei Deeper le soluzioni estetiche che fecero dei Cure la band a cui il movimento “Dark” tanto si affezionò.

Al contrario, i Deeper contrappongono alla loro immagine senza fronzoli una grande ricercatezza ed eleganza che si esaltano quando si cimentano con gli strumenti musicali.

E la sensazione è che siamo solo agli inizi.