Christian Paterniti in arte Picciotto è e resta un rapper di denuncia che da quindici anni è impegnato nel sociale con i laboratori di scrittura creativa nella sua Palermo e i progetti dedicati a contrastare la dispersione scolastica, un percorso parallelo a quello musicale iniziato con i GenteStranaPosse e proseguito negli album solisti “Piazza Connection” (2015), “StoryBorderline” (2016) e “Terapia” (2019).

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“RAPporti” progetto ambizioso diviso in quattro capitoli pubblicati dal 12 aprile al 3 maggio è la sua opera omnia, un tour de force che passa agilmente dal rap old school a momenti più melodici tra cumbia e R&B. Venti brani in tutto, cinque a settimana, in quello che si rivela presto un romanzo di formazione a puntate. 

Il primo capitolo “Christian vs Picciotto” parte con una citazione dei SangueMisto per rinnovare il dialogo fra uomo, artista e personaggio, da ragazzo a padre a colpi di flow e barre aggressive tra “Manila” e “Colpa Mia”  dedicate ai figli,  i ricordi pesanti, agili come pugni di “Amhardcored” e  “Attenti Al Loop” contro ogni omologazione.

 Il secondo “Real vs Fake” mette in campo buona parte del roster de Lo Stato Dell’Arte, etichetta gestita da Picciotto, nel dissing verace “Dr Fake & Mr Hype” affidato a Zen Kush, Violante Pretoria, Vivi, Marsilio, Robson De Almeida  in parallelo con l’adolescenza raccontata in “PBS (Picciotti di Bella Speranza)”,  nell’audace “Bimbi” e in  “Miracoli” tre brani che riescono a narrare in modo vivido cosa significa crescere in quartieri difficili.

“Music vs Business” è il capitolo dalla sonorità più varia ricco di collaborazioni (Ghemon, Serena Brancale, Celo & Manphredi) in una panoramica sullo stato dell’arte e della musica, soldi contro  libertà creativa in una lotta eterna e mai risolta. Cruda e riuscita “Crack”,  melodiche “101″ e “Workflow”, grintosa  “Le Radici & Le Ali”, “Stramonio” lucida e ritmata.

 “Love vs Love” cuce insieme cinque momenti di travaglio sentimentale tra storia e autobiografia, gli amori persi di “Moscow Mule” e quelli sognati di “Diafana” in una piccola epopea che alle fotografie in bianco e nero di “Siamo” contrappone la “fuitina” di “Ciro & Genny”. Un album che parla chiaro e mantiene alta la tensione,  mostra qualità nei testi (ascoltare per credere “Parole Crociate”)  senza scendere a compromessi.