“Twilight Override” è il quinto album solista di Jeff Tweedy, frontman dei superbi Wilco.
Registrato nel suo studio a Chicago e prodotto insieme a Tom Schick, il disco vede la partecipazione dei suoi figli Spencer e Sammy.

Credit: Alexa Viscius

Tweedy ha dichiarato che l’album nasce da un bisogno di rispondere, attraverso la creatività, a un senso di declino sociale e personale e che il titolo richiama la luce crepuscolare (twilight) e il desiderio di sovrapporre (override) a quel crepuscolo la propria luce creativa.

Musicalmente, l’album alterna country, chitarre grezze, violini, organi, sintetizzatori e splendide armonie vocali. Tante le idee messe in campo per questo album triplo che conferma un’innata capacità di muoversi su territori musicali diversi rimanendo sempre riconoscibile. Non sembra mai un esercizio accademico ma sempre un mettersi in gioco intimo e sincero. I testi parlano di ricordi, nostalgie, ma anche domande su dove stiamo andando, sulla possibilità di cambiare e di resistere.

Dei tre dischi che compongono quest’opera, il terzo e ultimo è quello da me preferito. Più sperimentale, selvatico, coraggioso. I primi due sono ugualmente splendidi anche se incanalati verso una forma più familiare al nostro Jeff Tweedy. Personalmente ho assegnato 8,5 al terzo disco, 8 al primo e 7,5 al secondo.

Ca va sans dire che trattandosi di un triplo, l’ascolto richiede tempo e cura. I dettagli sono tanti, la bellezza pure ma non si rivela tutta al primo ascolto. Si tratta di un’avventura in mezzo a cui troverete tanto cantautorato di grande qualità, country di prima scelta, ombre folk, echi di Dylan.

Tra i trenta bellissimi brani, citiamo “One Tiny Flower” che apre il disco con un ritornello ipnotico e si muove nel contrasto tra degrado e bellezza delle piccole cose, uno dei temi centrali del disco.
La successiva “Caught Up in the Past” e “Love is For Love” sono due pezzi meravigliosi e intensi.
“Throwaway Lines” è un country malinconico e diretto.

Dal secondo disco ecco “Out In The Dark”, uno dei singoli estratti, e “Feel Free” che ci accompagna per sette minuti tra le praterie e i deserti, magnetico, pulsante e con dolcissime armonie vocali.

Il terzo splendido disco ci regala subito “Lou Reed Was My Babysitter”, dichiarazione d’amore per Lou Reed che riprende il suo ritmo irresistibile e il suo atteggiamento distaccato e selvaggio insieme. Abbiamo “Stray Cats In Spain”, uno dei momenti più lirici e nostalgici. “Too Real”, brano oscuro, fragile, sospeso. “Cry Baby Cry” tira le somme del disco, di Jeff Tweedy e di noi tutti. Pezzo acustico avvolgente, caldo e delicato. Porrebbe durare tutta la notte o tutta una vita.

Tantissimo materiale e altrettanta qualità. L’impresa di produrre un album triplo era titanica e ambiziosa ma il frontman degli Wilco l’ha superata a pieni voti. È straordinario ascoltare trenta canzoni senza trovarne una che non sia buona. Le note di “Twilight Override” sono stelle che brillano nella notte.