Ha lasciato un segno decisamente importante l’album “My Love is Cool”, esordio dei Wolf Alice datato 2015. Questo perchè sono riusciti a toccare temi come quelli dell’adolescenza senza cadere in stereotipi e frasi fatte, sostenuti da un indie-guitar-rock ricco di passione, rabbia e momenti più avvolgenti. Sono riusciti a non farsi etichettare e a superare certi schemi e questo è ovviamente quanto sperano di generare anche con il nuovo album “Visions Of a Life”, atteso il 29 settembre via Dirty Hit. Ecco la nostra breve chiacchierata via mail con il batterista Joel Amey a pochissimi giorni dall’uscita del loro secondo disco.

Ciao Joel, come stai? Dove stai scrivendo?
Al momento sto seduto sotto la pioggia, aspettando un treno

Manca pochissimo alla pubblicazione dell’album, come ti senti?
Sono così orgoglioso di questo disco e ovviamente super eccitato perchè tutti potranno sentirlo nella sua interezza, però è come se avessi qualcosa che mi calcia dentro. Saranno i nervi o l’adrenalina…non riesco a capire cosa sia.

Dopo le positive recensioni al primo disco come vi siete approcciati al nuovo album?
Ci siamo trovati a concludere un tour estremamente ampio, ma avevamo abbastanza musica in una versione demo per permetterci di lavorarci sopra. Ci siamo trovati una base, The Fortress nell’ East London, e ci siamo chiusi dentro, ogni giorno, a lavorare su questi demo. Come ogni secondo disco, è diverso perchè non hai convissuto con le idee fino a quando non vai a fare un primo album. Questa volta l’eccitazione per ogni canzone era abbastanza istantanea e abbiamo dovuto aspettare e vedere se ci saremmo sentiti eccitati per questi brani anche più più tardi, andando avanti nel tempo.

Una frase simbolo dell’esordio era “You’re young, you’re free, you’re feeling fine and life is still loading in the background“. E’ un’espressione che, dopo due anni, ha ancora lo stesso valore per voi?
Mi piace! Beh, mi sento ancora come un adolescente irresponsabile per la maggior parte del tempo, ma sì, certo, molte cose sono cambiate con noi. Il mondo continua a girare mentre noi facciamo il nostro zig zag su di esso e le cose accadono, cambiandoti e cambiando le tue prospettive sulle cose. Diventa normale, così, anche solo lottare per un’idea, magari mentre sei ubriaco in un aereo, senza sonno, e tu non hai visto il tuo letto negli ultimi sei mesi! L’album e le emozioni contenute in esso dovrebbero darti una buona indicazione di dove “siamo stati” negli ultimi due anni, ma credo che la tua dichiarazione stia ancora in piedi. Siamo ancora giovani (in un certo senso) e amiamo quello che stiamo facendo.

In molte recensioni, il vostro primo album è stato descritto come una luce puntata sugli adolescenti e sui loro sentimenti. Io lavoro con gli adolescenti e spesso ho l’idea che nella loro vita ci siano tanti rimpianti per cose che vorrebbero fare, ma che non fanno, preferendo (per sicurezze o insicurezze personali) Facebook o il loro Iphone, invece di esporsi come avrebbero avuto in mente di fare. Cosa ne pensi?
è molto interessante quello che dici. Io vedo ancora uno smartphone come un lusso, ma credo che le cose siano cambiate ora e, forse, l’introduzione della tecnologia avviene in età  troppo giovane e può impedirti di vedere il mondo che ti circonda. Io stesso sono certamente colpevole di spendere un sacco di tempo sul mio telefono e questo mi rende accuratamente consapevole di quando sono improduttivo. Immagino che questa generazione dovrà  trovare il suo equilibrio: sentirsi liberi con le infinite possibilità  a portata di mano ma senza dimenticare di uscire e farle diventare realtà .

Siete una band in cui molte anime musicali sembrano convivere insieme: una canzone come “St. Purple & Green” mi lascia senza parole. In questo brano tutte le anime emergono insieme e mi sconvolgono ogni volta, perchè sono sorpreso da questa dolcezza che si fonde con l’impeto delle chitarre, ma poi l’impeto diventa più tranquillo e più dolce ma alla fine ritorna come un mare tempestoso. Eppure, se penso a questo brano, credo che, forse, rappresenti la vita, ovvero una serie di eventi che alterano in continuazione il nostro umore. Cosa ne pensi?
Grazie mille Ricky. Per me, “St Purple And Green” mostra quanto siamo progrediti come musicisti e scrittori per questo disco. è stato fondamentale per noi essere in grado di ottenere e sentire il potere che scaturisce da un muro di rumore ma senza dover sempre ricorrere a esso. Questa canzone continuava a strisciare su di noi e dentro di noi mentre scrivevamo il disco; non potremmo mai dire se ha raggiunto in pieno il suo pieno potenziale ma sapevamo che c’era qualcosa che tutti noi amavamo. Il passaggio finale è qualcosa di cui sono molto orgoglioso e mi sento come se avessimo potuto arrivare solo ora a questa fase della band, sia per come è orchestrato i lbrano sia per la sua dinamica. Sono molto eccitato e contento nel leggere la tua interpretazione e sentire come il brano si è connesso anche con te.

– Ricordiamo che i Wolf Alice saranno in Italia il 13 gennaio 2018 al Santeria Social Club di Milano