In Svezia recentemente si sono messe in luce due differenti scuole di pensiero in materia di rock. Abbiamo assistito alla nascita dell’accademia del pop svedese, melodia al potere e revival sixties, siamo stati spettatori della ‘school of rock’ di Turbonegro e Hellacopters, gruppi che a colpi di classic rock hanno finito per deviare in modo definitivo band poi diventate celebri come Hives e Mando Diao.

Tra i gruppi fortemente influenzati da quest’ultima scena possiamo ora aggiungere anche i Black Belt, trio di Stoccolma fresco di contratto con la Novoton.
“First Blood” è un enorme calderone dove il gruppo svedese finisce per convogliare decenni di passioni ed influenze rock. Led Zeppelin, Black Sabbath, e l’hard rock ’70, il garage di NYC di Stooges e MC5, gli album della Motown, spunti punk e atteggiamenti glam, tutto finisce in questo debutto, un lavoro dall’irresistibile impatto adrenalico, tanto legato al passato quanto ricco di intuizioni personali. Come in una sorta di ponte sonoro sospeso sull’ere musicali i Black Belt si dimostrano anche attenti osservatori della recente scena indie-rock. Così l’attacco di “Plastic Angels” farà  la felicità  di chi apprezzava la versione più acida e distorta dei BRMC (“Whatever Happened To My Rock “‘n’ Roll” ) mentre “Only One” può costituire una sorta di antipasto in attesa della nuova uscita di Miss. Pj Harvey.

Il Magazine Bonn scrive : Se quest’anno andrete una volta sola in un rock club assicuratevi che i Black Belt suonino quella sera, noi sottoscriviamo e aggiungiamo “First Blood” è uno dei migliori album rock che avrete la fortuna di ascoltare quest’anno.