Se è vero, come sembra, che “Gran Torino” sia l’ultima prova come interprete di Clint Eastwood, il granitico ispettore Callahan non avrebbe potuto lasciare migliore commiato. L’uomo che Sergio Leone apprezzava perchè attore con solo due espressioni (una con il cappello e una senza il cappello) è stato capace, nel corso degli anni, di affrancarsi dalla stereotipata considerazione di duro, con il viso polveroso del cow-boy, o l’aria punitiva del poliziotto, per mostrare attitudini di molteplice lettura. Non che Eastwood si sia trasformato in una maschera comica, intendiamoci, ma ha rivelato un’abilità  inaspettata nel comunicare diversi stati emotivi attraverso lievi variazioni mimiche, spesso impercettibili, eppure determinanti.
“Gran Torino”, giudicato film minore, se è vero che non conta nomi di rilievo, convince appieno, risultando ““ questo è vero ““ opera scevra da sensazionalismi, prodotto quasi di intima manifestazione, delineando un approccio formativo della personalità  del protagonista.

Walt Kowalski, dopo aver perduto la moglie, si ritrova solo, e forse per la prima volta, libero di spargere, senza l’intervento femminile, il proprio disprezzo, sia esso indirizzato ai familiari (chiamati ‘depravati’ e non a torto, in effetti) o scagliato in faccia allo straniero, di qualsiasi origine o colore sia. Reduce della guerra in Corea, è ancora perseguitato da ricordi dolorosi e opprimenti, che non saranno mai svelati nello svolgimento della storia; un martirio sconosciuto che non trova pace: La cosa che tormenta più un uomo, è quella che non gli hanno ordinato di fare.
Sarà  difficile dimenticare l’immagine di Kowalski seduto sotto il portico della propria abitazione: il corpo ingombrante, stanco e nodoso, ma tuttora efficiente, sistemato sulla seggiola, accanto al fedele cane Daisy, ad osservare scrupolosamente, con sensibile tono di ripugnanza, i ‘diversi’: i giovani irrispettosi, i teppisti vigliacchi, i musi gialli dei vicini. Quei vicini che continua, anche dopo la condizione di pseudo-amicizia, a definire in termini razzisti, anche se privi della cattiveria iniziale;quei vicini che avranno su di lui un effetto catartico, liberandolo non solo dal pregiudizio, ma pure dall’odio. Quei vicini che apriranno occhi e cuore al ferreo vecchio, scoprendone il lato, appartato, ma evidente, di un’ironia pungente e vivace (le occhiate truci, i dialoghi inconciliabili e i reciproci sputi con la nonna Hmong sono da celebrare).

Walt è un uomo solo, un soldato che non ha mai smesso la divisa, un cittadino che si pone di fronte alla società  con la caratteristica di detestarla apertamente, lanciandosi in atteggiamenti provocatori, arma alla mano: Avete mai fatto caso che ogni tanto si incontra qualcuno che non va fatto incazzare? ““ sputo ““ Quello sono io.
Il ghigno disgustato e il ringhio sommesso, si alternano a sguardi lucidi e slanci paterni ““ per quanto non amabili ““ nei confronti di Tao, oppresso dalla violenza del quartiere. Per lui, e per la nuova “famiglia” che gli è accaduto di avere (ripudiando quella reale, egoista e superficiale) saprà  sacrificare persino la propria vita. Un atto d’amore, forse non svincolato da condizionamenti individualisti, coincidenti con la rimozione della ‘colpa’, che strenuamente ha condizionato la vita di Kowalski.
E quando alla fine, stropicciando gli occhi e alzando il fiacco sedere dalla poltrona, uscendo dalla sala, ci ritroveremo a pensare all’uomo che punta contro l’indice rugoso, con l’espressione implacabile di un vecchio ispettore in pensione, sarà  palese aver assistito a un gran film.

Locandina
Tit. originale: Gran Torino
Regia: Clint Eastwood
Sceneggiatura: Nick Schenk
Trucco: Kimberly Jones, Tania McComas
Interpreti: Clint Eastwood, Bee Vang, Ahney Her, Cristopher Carley
Produttore: Clint Eastwood, Bill Gerber, Robert Lorenz
Produttore esecutivo: Jenette Kahn, Tim Moore, Adam Richman
Casa di Produzione: Double Nickel Entertainment, Gerber Pictures, Malpaso Productions, Village Roadshow Pictures, Warner Bros
Distribuzione Italia: Warner Bros
Nazionalità : Usa, 2008
Durata: 118′

TRAILER: