Boy Friend
Egyptian Wrinkle

Devo essere sincero: la parola-etichetta “dream-pop” inizia a stufarmi: artisti, gruppi e gruppetti che se la portano appiccicata continuano a spuntare come funghi. C’è da dire, tuttavia, che quando la qualità  c’è tutte le orticarie passano. Proprio come mi capita or ora ascoltando “Egyptian Wrinkle”, esordio sulla lunga distanza di Christa Palazzolo e Sarah Brown (aka Boy Friend) da Austin.

Prima di tutto qualche dato sulle Nostre: dopo la diaspora dal trio Sleep ∞ Over, un Ep dal titolo “Boy Friend” e un 7 pollici (“Lovedropper/D’Arrest”) ecco la firma con la Hell,Yes per cui esce il disco in parola.”¨”¨ “Rough Waves pt. 1” non fa che introdurci con classe alle restanti nove tracce, tra atmosfere più rarefatte che mai, cinguettii (!) e arpeggi annaquati. Gli ingredienti poi sono quelli tipici del genere: batterie anni 80, lontane, così come lontane paiono le voci, tastiere fitte e qualche aaaaah-aaaah qua e là  (ecco, forse troppi: unica nota stonata). Scandagliando un po’ più a fondo però si rinvengono interessanti intrecci tra armonie vocali e synth che disegnano melodie dolciastre.

Melodie che in “Lovedropper” e nella title-track (in cui compare anche qualche nervoso accenno di chitarra elettrica) si aprono per poi collassare su se stesse e rifiorire per il ritornello, mentre in “The Liar” si abbandonano al phatos e ad echi stranianti e di grande impatto.”¨Uno dei punti è sicuramente il groove e il flebile “muro del suono” che si viene a creare: ascoltato in cuffia o con un impianto come si deve, l’album è tutta un’altra cosa, crescendo in potenza e (timida) imponenza. “¨”¨Non c’è che dire, quindi: una prima in graziosissimo ed elegante (mi tengo il “grande”) stile, aspettando un sophomore con qualche guizzo (magari chitarristico) in più. Per gli amanti del genere, un gran bel sentire. Per loro, un sette. “¨Per me, anche un rimedio all’orticaria.