Quando una legione di creature mostruose chiamate Kaiju emerge dagli oceani, scoppia una guerra destinata a distruggere milioni di vite e consumare le risorse umane per tutti gli anni a venire. Per combattere i giganteschi Kaiju viene creata un’arma speciale: enormi robot, chiamati Jaeger,(i cacciatori) controllati simultaneamente da due piloti le cui menti sono collegate a una rete neurale. Ma anche questi Jaeger sembrano impotenti di fronte alla ferocia degli instancabili Kaiju. Sull’orlo della sconfitta, le forze militari che difendono l’umanità  non hanno altra scelta che rivolgersi a una task force d’èlite, ultimo bastione dell’umanità  prima dell’apocalisse.

La sostanza di “Pacific Rim” è riassunta tutta qui, si perchè il film non vuole riflettere troppo, non sente la necessità  di approfondimenti, vive del più profondo significato del termine spettacolarità  ed ha una instancabile e irrefrenabile voglia di picchiare mostri.
La sceneggiatura infatti è il punto più dolente del complesso e che abbassa notevolmente il giudizio finale.
Infarcita di personaggi e situazioni stereotipate, non si distacca troppo dal canovaccio che hanno tutte le major nel cassetto e che tirano fuori ogni volta che sborsano 150,o più, milioni di dollari.
C’è l’eroe con il suo tormento, c’è il patriottismo, c’è la bella, ci sono i comici(che poi tanto comici non sono) eccetera eccetera.

In questo senso si poteva lavorare maggiormente, se non altro per dare qualcosa di più interessante al pubblico e lasciarlo con una voglia ancora maggiore di arrivare al secondo capitolo.
La fotografia è differente dal solito blockbuster hollywoodiano in cui tutto è luccicante e costantemente pulito, tutta la parte ad Hong Kong ve lo dimostrerà , l’amalgama che hanno i neon e la pioggia sono eccezionali e riescono a rendere anche quel giusto omaggio ai colori dei manga e anime ai quali “Pacific Rim” si ispira.
La regia di Del Toro è sempre precisa e non si trovano i classici movimenti isterici da film ad alto budget, i punti da cui riprende danno sempre l’impressione di immensità  sia delle creature che dell’azione e soprattutto sia che la ripresa avvenga dal basso o in lontananza.

Manca quel pizzico di personalità  che ha sempre contraddistinto il regista, ma potrebbe arrivare anch’essa con il secondo film, un po’ come è accaduto con “Hellboy”.
Ma diciamolo pure, Snyder e Bay messi insieme non sarebbero riusciti a fare un lavoro registico del genere.
Il montaggio nelle scene di combattimento è incredibile, ritmo altissimo e mai un errore di continuità 
Le musiche curate da “Ramin Djawadi”, famoso per le straordinarie musiche della serie tv “Il Trono di spade, non sono niente di memorabile; pare quasi una scelta registica quelle di privilegiare il sonoro (inteso come suoni filmici, quindi passi, versi, lamiere, distruzioni ecc.) rispetto alla soundtrack.

I brani più efficaci sono quelli composti in coppia con Tom Morello, chitarrista dei Rage Against the Machine, e tra questi “Pacific Rim” è quello con l’impatto maggiore(viene proposto sia in apertura che in chiusura ed è il tema principale).
Il resto è piuttosto insipido, già  sentito e con rimandi al solito Zimmer degli ultimi 5/6 anni, giusto “For my family” e “Double event” mi hanno lascato meno indifferente.
Il cast ha una particolarità , non è composto da star; sotto precisa indicazione del regista infatti si è voluto concentrare quanto più budget possibile allo sviluppo di Jaeger e Kaiju.
La scelta si è rivelata completamente azzeccata poichè non si sente la necessità  di una presenza che domini la scena e le rappresentazioni dei mostri e dei robot sono incredibilmente efficaci.
Tra gli attori comunque svetta la parte di Ron Perlman, amuleto di Del Toro, a cui è affidato un cameo di sicuro impatto tra il serio e il comico.

Gli altri membri del cast non risaltano nella composizione generale, nemmeno quell’Idris Elba che già  in passato aveva dimostrato di avere talento (ad esempio il capitano della navicella Prometheus nell’omonimo film)
Nota sul 3D:gli svolgimenti sono spesso girati di notte e con abbondante acqua a fare da velo e questo sconsiglierebbe la visione in terza dimensione; invece questo lungometraggio è fino ad ora (alla pari con Into Darkness-Star Trek) la miglior riconversione dell’anno e vale la pena spendere quei 2/3€ in più

“Pacific Rim” è sicuramente da inserire nelle opere più sentite di Del Toro (era infatti un suo sogno realizzare questa pellicola) ma anche meno personali, non si trovano infatti i suoi tipici segni estetici (quelli tra l’espressionismo e il lovecraftiano che hanno caratterizzato “il Labirinto del Fauno”, “La spina del diavolo” e anche il secondo “Hellboy”) e i rimandi a “Neon Genesis Evangelion” sono evidenti e pesanti, ma sono sicuro che il film farà  divertire gran parte degli spettatori.
Perchè alla fine, anche se non lo vogliamo ammettere, a tutti piacciono mostri giganti e robot che si picchiano!

Rating:

Regia di Guillermo Del Toro
Produzione: Warner Bros., Legendary Pictures
Sceneggiatura: Guillermo Del Toro, Travis Beacham
Fotografia: Guillermo Navarro
Montaggio: Peter Amundson, John Gilroy
Costumi: Kate Hawley
Scenografie: Andrew Neskoromny, Carol Spier
Colonna sonora: Ramin Djawadi
Con: Charlie Hunnam, Idris Elba, Ron Perlman, Charlie Day, Rinko Kikuchi
Durata: 132 min









Il Trailer