Singolare la genesi di un film come “The Martian – Sopravvissuto” che nasce dall’e-book “L’uomo di Marte” autoprodotto e pubblicato da Andy Weir il cui clamore e successo in rete ne giustificano anche una pubblicazione in versione cartacea diventata poi un bestseller mondiale. Il libro è una dichiarazione d’amore, neanche troppo velata, alla scienza attraverso il filone fantascientifico. Del libro s’innamora Drew Goddard, tra gli sceneggiatori di “Lost” nonchè già  autore di quel piccolo capolavoro horror che risponde al nome di Quella casa nel bosco, e ne dispone una trasposizione cinematografica che avrebbe dovuto anche dirigere salvo poi concentrarsi in una nuova produzione. Ed è qui che entra in gioco Ridley Scott, che innamoratosi dello script abbandona il progetto del sequel di Prometheus e si butta a capofitto in questa nuova avventura che rappresenta il suo quarto film di science fiction dopo i capolavori divenuti capisaldi del genere come Alien e Blade Runner ed il meno riuscito e sopracitato Prometheus.

Quello che ne vien fuori è un blockbuster atipico, la storia di un astronauta-botanico abbandonato su Marte -interpretato da un Matt Damon sugli scudi in un ruolo congeniale – è elaborata come se fosse un moderno western di frontiera fantascientifico. Lontani dai sofismi fisico teorici e sentimentali di Nolan con il suo “Interstellar” la vicenda prende i contorni di un survivor movie, una sorta di Robinson Crusoe marziano che abdica i fasti dell’azione e la scorpacciata di effetti speciali per una rivisitazione fantascientifica intima in salsa ambientalista, una riflessione ed un ode alla scienza, all’avventura e l’ingegno umano.

Un film che viaggia sul filo insolito dell’ironia contagiosa di cui il libro è infarcito, sorretto da una fotografia calda e magniloquente, una colonna sonora disco-music di culto e un tocco registico che mancava da tempo per cura dei dettagli e soluzioni tecniche nella filmografia recente dopo l’ultimo infelice “Exodus” dello scorso anno. Un film non semplice, con un vasto cast di prim’ordine ben diretto (Jessica Chastain, Kristen Wiig, Jeff Daniels, Michael Pena, Kate Mara, Sean Bean, Chiwetel Ejiofor) e una sceneggiatura esemplare e lineare che ben intreccia le tre narrazioni parallele ed infine, dulcis in fundo, doveroso mettere l’accento sulle molteplici citazioni nascoste e non, che lo rendono uno dei film più nerd degli ultimi tempi che ingemma ulteriormente questo anomalo blockbuster autunnale.