I Balthazar fanno tappa a Bordeaux per la tournèe del nuovo, stratosferico album “Fever”.  è il Krakatoa ad accoglierli a braccia aperte per un effervescente concerto infrasettimanale.

Molte tappe del tour della band sono sold out, ma non quella di Bordeaux. A vedere la sala letteralmente gremita di gente si stenterebbe a crederlo. Non arrivo tardi, eppure l’unico spazio disponibile che resta è sul fondo. Non mi pare il caso, non per questo concerto. Sfrutto la fine del live del gruppo supporter per guadagnarmi un posto in prima fila sul balcone. Perfetto, così va meglio.

I Balthazar non si fanno attendere a lungo prima di emergere da dietro le quinte. Sospinti fa una colonna sonora in salsa far west, i musicisti aprono le danze con “Roller Coaster”. Segue il duo marino “The Boatman” e “Sinking Ship”. I neon a ventaglio, unica scenografia presente sulla scena, contribuiscono a rendere l’atmosfera più fumosa ed ammaliante.

“Wrong Vibration” cola liscia come una bevanda vellutata. Passetti di danza che strisciano leggeri sul palco ed aste di microfoni nell’aria accompagnano “Wrong Faces”, “Decency” e “Grapefruit”. La doppietta “Do Not Claim Them Anymore” e “Phone Number” è una vera e propria colata d’oro. Le voci di Jinte Deprez e Maarten Devoldere si uniscono in un incantesimo mellifluo e sensuale. Luci soffuse e fumo abbondante contribuiscono a perfezionare ulteriormente la ricetta magica.

“The Oldest of Sisters” e “Blood Like Wine” fioriscono spontanee l’una dopo l’altra ed ascoltarle dal vivo è una vera e propria delizia. Il ritmo denso ed a tratti scattante mi solletica la memoria e mi fa sorridere con malinconia. Quante volte ho sollevato il mio bicchiere per brindare al comando di “Raise your glass to the nighttime and the ways”? Tante. Stavolta è un’intera sala da concerto a farlo. E se la sensazione di sicuro non è la stessa, l’effetto è comunque garantito.

“Bunker” e “Changes” accompagnano una rinnovata ondata di euforia da parte del pubblico, che non esita a far lavorare le anche. A concludere il concerto ci pensano “I’m Never Gonna Let You Down Again”, “Then What” ed una passeggiata tra il pubblico di Maarten Devoldere.

La platea non può e non  vuole lasciare il concerto così, quindi si mette a sbraitare, invocando a pieni polmoni il bis. Prevedibilmente , è “Fever” ad appiccare il fuoco per il ritorno sul palco. Quasi un rituale di corteggiamento animale, primordiale ed intenso, il brano fa l’unanimità .

A chiudere lo show ci pensa una versione super rock di “Entertainment” tutta batteria e chitarre galoppanti. Il bilancio finale è più che positivo. Raramente mi è capitato che la band suonasse dal vivo l’intera lista mentale della canzoni che avrei voluto ascoltare. Stavolta è successo e devo dire che è stata una gran bella soddisfazione!

Vedere i Balthazar al top della forma, entusiasti di portare in giro il nuovo album, è stato come passare un balsamo energizzante sullo spirito. Ogni tanto la cura al malessere infrasettimanale non è a portata di mano, ma a portata di orecchie.

Photo Credit: Athos Burez