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Nel giardino – a volte – greve della musica italiana e non, tra boccioli disegnati a tavolino da produttori troppo scafati e ruffiani, prima che la nera campana arrivi inesorabile a coprire con i suoi rintocchi di morte il vento dell’ispirazione, c’è ancora chi imbraccia una chitarra e ricama musica soltanto per il piacere di farlo. Come spesso accade, l’avventura dei Giugno Truffaut parte dall’amicizia di due studenti (Pasquale e Roberto), insinuandosi nei ritagli tra una lezione di filosofia, la vita vissuta e le speranze future. La voce nasale del frontman, col suo incedere strascicato ed irregolare, avvicina la loro semplicità compositiva ai moti umorali della cantantessa (“Sottomarine Sillabe”). Ma per trovare una band affine per tematiche e suono, bisogna lasciare l’ospitalità ed il calore del Sud Italia e spingersi fino alla gelida Norvegia, patria nativa e spirituale dei Kings Of Convenience, della cui sensibilità sono intrisi gli arpeggi/ dialoghi tra chitarre acustiche (occasionalmente, una tastiera Roland), particolarmente evidenti in “La Parata Della Pioggia”. E se i versi d’amore affollano questo loro – primo – EP, è comunque alla pioggia che bisogna guardare, sia che intrappoli con le sue sbarre, sia che diffonda il suo profumo salvifico tutt’intorno. |
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