Walter Gibbons
Jungle Music

Walter Gibbons is god. è l’uomo che ha definito la moderna concezione di remix, ossia colui che ha avuto l’intuizione geniale di prendere due copie di un disco e suonarle insieme, lavorando solo con mixer, nastri ed effetti per prolungare la durata dei brani dagli allora canonici tre minuti all’infinito – a seconda delle esigenze e degli umori di coloro che si trovavano sulla pista da ballo.

Un artista che sapeva accompagnare i fortunati presenti ai suoi set lungo un percorso di emozioni e sensazioni e che per fare ciò ha dato tutto sè stesso, il suo talento, le sue energie, la sua sapienza tecnica, la sua intelligenza, la sua vita. Senza uno come Gibbons la house music non sarebbe stata la stessa, e probabilmente anche la musica in generale avrebbe preso tutta un’altra piega.
Un pioniere a cui ora la benemerita Strut Records rende giustamente omaggio con “Jungle Music”, una raccolta contenente superclassici e rarità  assortite.

In “Jungle Music” c’è tutto ciò che serve per essere felici: il dinamismo percussivo che caratterizzava lo stile di Gibbons, le melodie cristalline e sognanti, i giochi di effetti a modo loro psichedelici, i continui ribaltamenti di fronte per brani dal minutaggio elevato, che paradossalmente paiono avere molto in comune con il progressive rock (paradossalmente ma non troppo, visto il passato di batterista di Gibbons e la sua passione per quel genere musicale) e che prendono per mano l’ascoltatore e lo portano lontano, nei meandri più reconditi della propria psiche.

Questa è disco music (la mostruosa “Get Up On Your Feet”, la maestosa “Ten Percent”), questa è sperimentazione electro (“Set It Off”, “4ever My Beat”), questo è il post punk (“Magic Bird”, “Go Bang”), questo è il futuro visto da una mente che era in grado di arrivare al futuro prima degli altri. Questa è la Musica con la emme maiuscola, oltre qualsiasi genere, oltre qualsiasi steccato fisico e mentale. Era doveroso un recupero come quello fatto dalla Strut. Grande operazione.