The Beets con “Let The Poison Out” si muovono in territori consoni alla loro formazione artistoide newyorkese. E’ questo che personalmente lascia nutrire qualche dubbio sulla spontaneità  del materiale proposto, forse un pò troppo imbevuto di riconoscimenti da porgere ad idoli di riferimento, a nomi altisonanti oppure a noti punti fermi cool. Non voglio essere frainteso, se trascuriamo questi aspetti (genuinità , franchezza) “Let the poison out ” si lascia ascoltare risultando a tratti anche piacevole. Il sound e la produzione (disco registrato in 2 giorni) si focalizza sul cantato monocorde ma espressivo di Juan Wauters e sugli echi utilizzati ad hoc per riempire canzoni pop di due minuti con arrangiamenti minimali. E’ un album da stop and go, alla maniera dei Ramones, ma senza la carica e l’energia di questi ultimi, sostituite da un fare quasi da asceti del rock che si perdono sulle tracce di Bob Dylan, non mancando d’ironia.

Quindi può risultare anche simpatico o addirittura creativo per i The Beets baloccarsi e gigioneggiare tra cori stonati, chitarrine scordate e batterie che sembrano smontarsi durante l’esecuzione dei brani, ma sarà  appunto uno scherzo, una beffa ai danni degli avventurosi ascoltatori, o un modo per dire “anche noi lo facciamo”?. I dubbi sembrano placarsi quando comincia ” Doing as i do”, due minuti di pura perfezione, finalmente una canzone con tutti i crismi, sarebbe piaciuta tanto ai Kinks. Lo spettro dei tardi ’60, del flower power metropolitano, delle oscure leggende narrate al sorgere dell’alba dopo notti insonni, aleggia anche in “Wipe it off”, brano in cui ci scappa l’assolo di flauto finale. Così l’album prosegue dritto, senza troppi intoppi, d’altronde, basta sentire l’attacco, identico, di ” You don’t want kids to be dead”, ” Wipe it off”, “Without you”, ” I Think I Might Have Built a Horse” e la finale “Walking to My House” per capire che I The Beets, se fanno sul serio, si giocano al meglio sempre le stesse tre carte.

Brani che escono fuori dal seminato sono l’orrendo strumentale “Eat no dick 3” e la frizzante “Friends of friends” con un bpm insolitamente più veloce rispetto alla media. Disco controverso ma di sicuro impatto.

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Let The Poison Out
[ Hardly Art – 2011 ]
Similar Artist: Pavement, Beach Boys
Rating:
1. You Don’t Want Kids to Be Dead
2. Now I Live
3. Preso Voy
4. Let Clock Work
5. Doing as I Do
6. Wipe It Off
7. Eat No Dick 3
8. Without You
9. As the World
10. I Don’t Know
11. I Think I Might Have Built a Horse
12. Friends of Friends
13. Walking to My House