Le serie tv inglesi hanno il dono dell’equilibrio, riuscendo a riassumere le storie in un ridotto numero di stagioni ed episodi, onde evitare dispersione o cali di ispirazione. Inoltre manca quella sensazione patinata che aleggia su alcune produzioni americane. “The Fades”, non ancora giunto in Italia, è uno degli ultimi esponenti del filone britannico. La storia vede come protagonista Paul (Ian De Caestecker), un teenager che dietro l’aspetto di diciassettenne un po’ sfigato, nasconde un grande potere, quello di riuscire a vedere le anime dei “dissolti”, persone morte che per qualche motivo legato alla casualità  sono rimaste bloccate sulla Terra. Non è l’unico, in quanto ben presto entra in contatto con un gruppo di persone chiamati “Angelics” che cercano di ricostituire l’antico equilibrio tra le anime bloccate e i vivi.

Tutto questo perchè accade qualcosa cambia le carte in tavola e sembra presagire ad una lotta apocalittica tra i due mondi in cui il Nostro sembrerebbe avere un ruolo primario. Senza andare troppo avanti con gli spoiler, è necessario descrivere ciò che funziona bene all’interno dei sei episodi della prima stagione. Innanzitutto le atmosfere, quelle tetre delle vicissitudini degli angelici, in contrasto con quelle più leggere della quotidianità  di Paul e del suo miglior amico Mac, ancora alla ricerca del primo bacio. La narrazione alterna momenti più accesi e prettamente horror ad altri di spirito più leggero, da “teen drama”. All’inizio sembrerebbe proprio questo gioco di contrasti la peculiarità  della serie, invece viene messa molta carne a fuoco che, almeno nei primi episodi, spiazza un po’ il telespettatore per poi propendere per la componente più horror/action.

Quello che funziona meno è la cura di alcuni personaggi; avrebbe giovato mettere in risalto la “nerditudine” dei due ragazzi, spostando l’ago della bilancia verso una maggior dose di ironia nel contesto angosciante di tutto il resto. Forse proprio l’eccessiva parsimonia dei britannici nel proporre serie tv che non vadano oltre una manciata di episodi, ha in parte tarpato le ali ad un prodotto comunque interessantissimo. Si finisce inevitabilmente per sacrificare qualcosa sul piano della caratterizzazione di personaggi in favore di un ritmo narrativo sempre più veloce. In definitiva un prodotto ben confezionato, originale quanto basta e ancora con ampi margini di miglioramento, anche se non possiamo sblilanciarci sul futuro. Difatti pare non sia ancora stata ufficializzata una seconda stagione, anche se il finale della prima, pur avendo una conclusione abbastanza netta, metterebbe le basi per un seguito.