Chi era James Henry Miller o per meglio dire Ewan MacColl, come lui stesso ha scelto di chiamarsi? Attivista, comunista convinto e integerrimo con qualche simpatia stalinista, attore teatrale, drammaturgo, produttore discografico con una vita lunga e complicata. Uno che il pubblico non voleva intrattenerlo ma provocarlo, mandarlo a casa arrabbiato e con la voglia di discutere. Autore di canzoni (sua tra le altre è quella “The First Time Ever I Saw Your Face” resa celebre da Roberta Flack in una cover che MacColl non ha mai amato) e cantautore, è stato per il folk britannico degli anni cinquanta e sessanta quello che Pete Seeger è diventato oltreoceano: un innovatore e un attento interprete della tradizione. Cantore della classe operaia e di un passato da conservare gelosamente, anche grazie al lavoro di ricerca fatto insieme alla moglie Peggy Seeger, a sua volta un monumento della folk music. MacColl era un artista capace di scrivere piccole pagine di storia in modo quasi inconsapevole, da protagonista e da testimone. Non stupisce quindi che la Cooking Vinyl abbia deciso di dedicargli questo doppio cd tributo, pubblicato per celebrare il centenario della sua nascita.

“Joy Of Living ““ A Tribute To Ewan MacColl” è un labour of love in musica che mette in fila ammiratori, vecchie e nuove glorie del folk e del pop a cui è stato chiesto di reinterpretare alcune delle canzoni uscite dalla prolifica penna di Mr. Miller. Un affare di famiglia, prodotto e curato dai figli di Ewan MacColl, Neill e Calum, e che vede tra i partecipanti Jamie MacColl dei Bombay Bicycle Club, che di James Henry Miller è il nipote. Giusto per ribadire che il talento a sette note spesso è ereditario. “Joy Of Living” poteva essere solo una parata di volti noti riuniti per rendere omaggio al gran maestro, invece è ben altro. Di volti noti ce ne sono, è vero: da Seth Lakeman a un elegantissimo, intenso Paul Buchanan dei The Blue Nile a Steve Earle (mica semplice reinventare “Dirty Old Town” dopo che ci hanno provato i Pogues, Rod Stewart e Townes Van Zandt ma lui ci prova lo stesso) a un Billy Bragg solido e roccioso in “Kilroy Was Here” a un David Gray in buona forma a un sorprendente Jarvis Cocker dall’animo tristemente blues, per non parlare poi della coppia fratello e sorella Rufus & Martha Wainwright che gareggiano in bravura su una dolcissima “Sweet Thames, Flow Softly”. Ci sono grandi folk singer come Martin Carthy e Norma Waterson (che sono sposati e il pallino della musica l’hanno trasmesso alla figlia Eliza Carthy pure lei presente nel disco) o Martin Simpson, che le canzoni di Ewan MacColl le hanno conosciute, amate e hanno contribuito a tramandarle nel tempo.

E ci sono talenti interessanti, già  affermati come l’irish bad boy Damien Dempsey (da scoprire) o l’ottima Karine Polwart e più nuovi tipo le sorelline Rachel e Becky Unthank (in arte The Unthanks) che reinventano con una chitarra e due voci “Cannily, Cannily”. Ma nessuno fa il galletto o cede a manie di protagonismo. Forse è per questo che “Joy Of Living” si ascolta tutto d’un fiato, come se si stesse leggendo un romanzo d’avventura di quelli avvincenti, che non si riescono a metter giù. Una saga familiare e affettiva che incuriosisce e invoglia a cercare le versioni originali di ogni brano. Le canzoni e le storie che ci sono dietro, visto che Ewan MacColl spesso si ispirava a fatti realmente accaduti quando scriveva i testi. Elencarle tutte qui sarebbe un peccato e ci vorrebbe troppo tempo. Vanno trovate, lette, vissute. Sentirle dalla voce degli interpreti di “Joy Of Living” è un ottimo inizio. Disco che ricorda degnamente l’arte di uno dei padri del folk, senza nessuna pretesa di essere onnicomprensivo (e infatti si concentra più sull’anima sociale che su quella politica di Mr. Miller). Ascolto consigliato, per tutti gli amanti del genere.