Annunciato a novembre 2018 e anticipato dal singolo “Romance”, presentato il 26 dello stesso mese, “Ex:Re” è il primo album solista di Elena Tonra, uscito dopo poco più di un anno rispetto a “Music From Before the Storm”, terzo album dei Daughter, la band indie-folk inglese di cui è cantante (e che ora è momentaneamente in pausa). E non poteva che essere un progetto solista: originatosi dalla fine di una relazione, il disco ha richiesto circa un anno di scrittura, un processo, questo, che la cantante descrive come necessario, “catartico”, per superare il dolore. Il titolo dell’album, “Ex:Re”, contiene un ingegnoso gioco di parole: significa “Regarding Ex” ma anche “X-Ray”, suggerendo che, attraverso questi pezzi, la cantante abbia scavato a fondo per riuscire a intravvedere aspetti della sua relazione che prima le erano sconosciuti. In realtà , il soggetto dell’album non è l’altra persona, bensì Elena stessa: la cantante analizza la sua situazione, talvolta in solitudine, talvolta in rapporto ai suoi amici, che procedono con le loro vite, mentre lei si sente persa, capace solo di ubriacarsi in stanze d’albergo, come racconta in “New York” e in “The Dazzler”.

Elena mette a nudo le sue emozioni, consegnandoci una collezione di “lettere mai spedite”: è un album malinconico, costruito su un sound dolce e posato, dove pianoforte e violoncello vengono impiegati in vari pezzi, come “Too Sad” e “5AM” per il primo, e “Where the Time Went” e “The Dazzler” per il secondo; anche la chitarra trova il suo spazio, seppur in maniera mai troppo prepotente, in pezzi come “Crushing” (dove questo strumento costituisce la struttura portante della canzone, che risulta forse la più orecchiabile dell’intero album) e in “I Can’t Keep You”, mentre la batteria, mai eccessivamente nervosa, diventa un beat quasi da discoteca in “Romance”. In “My Heart”, invece, l’accompagnamento musicale è davvero esiguo, e la voce spicca, facendo da protagonista in mezzo a silenzi prolungati.

A fare da contrasto alla musica, ci sono i testi, tremendamente sinceri, quasi aspri, e che a volte sembrano più simili a un flusso di pensiero, in cui non è chiaro se la cantante stia riportando ricordi confusi o stia avendo delle vere e proprie allucinazioni. In ogni caso, queste sono le parole di una Elena che non esiste più. In una intervista per l’Independent, l’artista ha affermato: “Spero che [queste canzoni] saranno recepite sapendo che appartengono a un tempo passato” e che “non sento più quelle cose. Specialmente la rabbia. Voglio davvero che quella persona sappia che non sono ancora così tanto arrabbiata“.

“Ex:Re” è un album caratterizzato da atmosfere “notturne”, e il tutto è avvolto da un alone di malinconia, che però non risulta per nulla pesante all’ascolto: tutte le canzoni sono leggere, a tratti ipnotiche (basti pensare a “Liar”) e questo le fa scorrere facilmente, nonostante a un primo ascolto si possano trovare molto simili tra loro. La voce di Elena, eterea e delicata come lo è sempre stata, si innesta alla perfezione su di esse, creando un effetto che piacerà  molto ai fan della prima ora dei Daughter.
è un album da ascoltare e riascoltare: solo così se ne possono apprezzare tutte le sfumature, nonostante lasci, come è normale che sia, un certo senso di tristezza addosso (da ciò si deduce quindi che Elena è abile nel trasmettere perfettamente ciò che ha provato). Per questi motivi, è sicuramente un buon lavoro, costruito sapientemente, considerata anche la brevità  dei tempi con cui è stato concepito, registrato e rilasciato.