Sono passati quasi quattro anni dal loro sophomore, “Undetow”, ma lo scorso weekend i Drenge sono ritornati con questo nuovo lavoro sulla lunga distanza, pubblicato da Infectious Music: registrato ai McCall Sound Studios di Sheffield, il nuovo disco è stato prodotto da Ross Orton (Arctic Monkeys, M.I.A, The Fall).

Con una produzione più pulita rispetto al passato, in “Strange Creatures” il trio di stanza nello Yorkshire mostra un’estetica post-punk che sostituisce quello stile grunge dei due lavori precedenti.

Si comincia con la prima bomba, gettata nella mischia senza aspettare nemmeno un secondo: “Bonfire Of The City Boys” arriva cattivo, diretto, incendiario, con quel suo spoken-word aggressivo supportato da un basso che crea una sensazione di pericolo, mentre la velocità  e la potenza del drumming aggiungono un senso di urgenza e di follia allo stesso tempo.

“Teenage Love” fa uso dell’elettronica e si sposta verso territori dance attraverso l’utilizzo dei synth e alza il ritmo in maniera importante, mentre “Prom Night” decide di abbassare i toni: questa canzone piuttosto scura ci porta attraverso sensazioni cinematiche e l’uso del sax ““ suonato dal padre dei fratelli Loveless ““ è una perla che impreziosisce questo pezzo davvero inaspettato.

Rimaniamo ancora su terreni cupi con “Avalanches” con rumorose chitarre fuzzy e vocals nostalgici (a noi la voce di Eoin Loveless qui ricorda quella di un giovane Brett Anderson), mentre i suoni della tastiera sono gli unici che sembrano voler uscire da questo stato di malinconia.

La conclusione con “When I Look Into Your Eyes” sembra avere bisogno di un capitolo a parte: il brano, infatti, è piuttosto strano in rapporto a quelli che lo precedono. La voce di Eoin è inizialmente accompagnata solo da una chitarra acustica; in sottofondo, invece, per buona parte del pezzo, continuano cori che sembrano trovare più spazio nel soul che in questa situazione. Il risultato è una sensazione pop che ci sorprende e ci piace.

“Stranger Creatures” è un lavoro davvero interessante e con parecchie variazioni nei toni, sebbene la sua anima post-punk si possa trovare negli anni ’80: speriamo che le buone impressioni che abbiamo avvertito ascoltando questo terzo album della band inglese possano continuare anche in futuro.