Gruff Rhys ama cambiare, stupire. Difficile trovare un filo conduttore nell’ormai lunga carriera solista del frontman dei Super Furry Animals. Sei gli album pubblicati, molto diversi tra loro ma accomunati dalla voglia di sperimentare e mettersi in discussione. Dopo aver tentato la via del pop orchestrale nel 2018 con “Babelsberg”, Rhys volta pagina e sceglie di collaborare con il DJ e produttore sudafricano Muzi (autore del pimpante “Afrovision” l’anno scorso). Tutti e due hanno partecipato a “EGOLI”, nuovo disco degli Africa Express di Damon Albarn.

“Pang!” è figlio di quell’esperienza, nove brani registrati a Cardiff con l’aiuto di Kliph Scurlock (ex Flaming Lips) alla batteria, Gavis Fitzjohn a ottoni e flauto, Kris Jenkins alle percussioni e mixati a Johannesburg. Un meltin’ pot linguistico e musicale fatto di ritmi freschi e vivaci che a tratti ricordano l’etno pop di Sinkane, atmosfere in cui Gruff Rhys si trova pienamente a suo agio. Guidato dal basso e dai beat di Muzi torna a cantare in gallese trovando armonie deliziose e incorporando anche due strofe in Zulu.

Molti artisti (Peter Gabriel, Paul Simon) hanno tentato di far incontrare mondi così diversi con risultati ottimi anche se non sono mai mancate le polemiche. Gruff Rhys non corre questo rischio, la sua è una curiosità  genuina che lo porta a usare la voce in modo diverso dal solito (in “Taranau Mai” ad esempio) senza rinunciare a ritmi più tradizionali (“Niwl O Anwiredd” che profuma di jazz, l’acustica “Eli Haul” e “Annedd I’m Danedd”). Un sesto album particolare, ricco di influenze e contaminazioni che lo rendono un intrigante incontro tra culture che osa ma senza esagerare.

Credit foto: Mark James