Il nuovo album dei Moon Duo è la gioia di collezionisti e completisti di ogni genere. L’edizione in vinile (nero, rosso e giallo) ha quattro copertine di colori differenti, diverse da quella del CD. Una pazzia in un mondo della musica sempre più smaliziato, smaterializzato e digitale? Non per la premiata coppia psichedelica composta da Sanae Yamada e Ripley Johnson, che torna a tre anni di distanza dall’esoterismo sperimentato in “Occult Architecture Vol. 1” e “Vol. 2”.

Due album che rappresentavano le anime contrapposte dei Moon Duo: quella teutonica e luciferina e quella eterea e riflessiva. “Stars Are The Light” è la terza via, una strada che li vede tornare sulla terra e infilarsi tra la gente alla ricerca di nuovi spunti. Principale fonte d’ispirazione: il groove di certa musica dance, la sfrenata libertà  d’espressione e il rispetto della diversità  nelle discoteche popolate da personaggi capaci di (re) inventarsi ogni notte.

La chitarra di Johnson resta spesso in secondo piano (tranne il bell’assolo di “Lost Heads”) per lasciar spazio ai sintetizzatori di Sanae Yamada, che entrano squillanti e prepotenti alla fine della melodica e eterea “Flying” dettando il mood dell’intero disco. Sono atmosfere dinamiche e cangianti quelle che propongono i Moon Duo come rivelano il sound agrodolce, giocoso della title track e le buone vibrazioni di “Fall In Your Love” (con tanto di intro psyco western).

Quando le voci di Sanae e Ripley si incontrano creano armonie avvolgenti, quasi un mantra che si ripete mentre attorno cambiano arrangiamenti e il ritmo diventa pulsante (come in “Eternal Shore” e “The World And The Sun”) e molto sostenuto in “Eye 2 Eye” dove ritroviamo i Moon Duo più cattivi, kraut e brucianti. La sognante e orientaleggiante “Fever Night” chiude i giochi con un altro bell’assolo di Johnson messo in risalto dal mixaggio di Sonic Boom (Spacemen 3, Spectrum).

Siamo cambiati, la natura della nostra collaborazione è cambiata, il mondo è cambiato e volevamo che la nostra musica lo riflettesse” ha detto Sanae Yamada, ancora più sicura di sè dopo il disco solista (“Vive La Void”) uscito l’anno scorso. E’ un’evoluzione non una rivoluzione quella dei Moon Duo. Non prendono più il volo sulle ali della chitarra ripleyana, vengono trascinati dal tono onirico dei sintetizzatori alla ricerca di nuove movimentate sfumature da aggiungere alla loro già  ricca tavolozza di emozioni psichedeliche.

Credit foto: Jasmine Pasquill