Più o meno di questi tempi nel 2014 usciva “Grass Punks”, settimo album del biondo, leggiadro One Man Guitar del North Dakota nato e cresciuto con il folk tradizionale e la bluegrass on his mind. Più o meno di questi tempi qualcuno in più, sulla scia folkeggiante così ben rappresentata al cinema dai fratelli Cohen, stava conoscendo Tom Brosseau. Uno stretto e diretto contatto con l’essenza del folk, quello di una volta o meglio ancora senza tempo, tendenze e aldilà  di ogni possibile e inimmaginabile etichetta. Dopo un anno nuove storie, l’amato folk con il nuovo e ottavo lavoro “Perfect Abandon”.

Brosseau reduce da una buona tourneè che ha toccato anche l’Italia, ha abbracciato ancora di più la chitarra e il modo diretto di raccontare le sue canzoni. Con la collaborazione di uno che mangia pane e folk, John Parish (PJ Harvey, Sparklehorse), cassa e rullante, un contrabbasso, una stratocaster con il pulito e l’organo, è andato a giocare in Inghilterra, al teatro Cube a Bristol, per due giorni registrando “Perfect Abandon” dietro a un solo microfono registrando in presa diretta senza sovraincisioni insieme ad altri musicisti (Rispettivamente Davie Butler,  Joe Carvell, Ben Reynolds e lo stesso Parish).

If the drums were coming across too loudly, the drummer would have to move his kit a plank or two of the stage back from the mic. If the bass needed to come up, the bass moved a plank towards the mic

Non male come recording concept soprattutto perchè il risultato è eccezionale e centrale per le intenzioni, le sonorità  e le canzoni contenute in “Perfect Abandon”. La voce e la chitarra di Brosseau sono in perfetta armonia, un matrimonio senza problemi che va avanti spensierato, vagante e a tratti sognante. Life is not a care, life is not a worry nonostante le responsabilità  del songwriter che affronta temi come la religione, il tradimento di un genitore, l’individualismo, l’amore. Tutti temi presenti in “Perfect Abandon” che Brosseau racconta incantando mentre ti lascia viaggiare nei suoi pensieri, nelle sue storie. Storie di ogni giorno, storie di tutti.