A dire il vero, mi aspettavo di più.

Non che questo EP (a dire il vero, lo definirei un mini album), ad appena più di un anno dal precedente “Endless Scroll”, manchi di qualità , brio e di passo, ma mi aspettavo qualcosa di più.

Venature no wave disegnano il tracciato per la già  diffusa e vivace titletrack, tracciato che velocemente e volutamente si fa più lo-fi con “Treasures Of The Ancient World”, con un Ben Hozie comunque in forma ed in palla.

Punkeggiante il minuto e poco oltre di “No Vanguard Revival” (già  in “Witness Scroll”, raccolta live – ce n’era già  bisogno?- dello scorso Febbraio) che riavvicina i newyorkesi agli amici Parquet Courts (per farsi un’idea…), mentre in “Knife on The Platter”, che nonostante l’abito più industrial ha un qualcosa di “Come Togheter” di beatlesiana memoria, si cerca un tiro maggiormente post-punk.

Nikki Belfiglio si prende sulle spalle il funk ballereccio ed appiccicoso di “Domesticated Animal”, mentre le sonorità  più grigie dell’altrettanto breve “Realism” sono l’apripista al finale di “Truth”, nient’altro che “Truth is No Punishment”, uno dei pezzi di punta (insieme a “Jack in Titanic”) del precedente lavoro,  maggiormente dilatata, ricca e fiera, con cori e jam di chitarra nella parte centrale.

Poco più di un quarto d’ora, e la festa è finita. Niente male in termini di verve che si sta sicuramente consolidando insieme all’affiatamento, ma pure niente che possa dare ulteriori grandi spunti per il giudizio sui nostri newyorkesi Bodega rispetto all’esordio: li aspettiamo, quindi, ancora al varco con in dote qualcosa dallo spessore davvero rimarcabile, e con una peculiare personalità  che li possa non solamente far ricondurre a semplici epigoni di nomi più noti, rispetto ai quali, altrimenti, i riferimenti rischierebbero inesorabilmente per sprecarsi.