#10) CLINIC
Wheeltappers and shunters
[Domino]
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Un album che li conferma, mai banali, riescono a confezionare un lavoro di altri tempi, strumentazione vintage al servizio di brani spesso alquanto brevi ma sempre sorprendenti, una conferma che mi ha sorpreso parecchio. “Laughing Cavalier” forse è la canzone che colpisce subito nel segno, ma le risate del cavaliere sono solo una piccola parte di quanto possono offrire Ade Blackburn e soci.

#9) THOM YORKE
Anima
[XL Recordings]
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L’album esce all’improvviso e sorprende tutti anche per la qualità  della realizzazione, viene accompagnato da un cortometraggio diretto da Paul Thomas Anderson devo dire molto bello. Durante il tour estivo ho avuto modo di assistere al suo concerto nell’ambito di Umbria Jazz, in un’arena Santa Giuliana gremitissima piena di vecchi fan dei Radiohead come me, ma soprattutto di una foltissima sorprendente schiera di ragazzi adoranti. Uno dei geni in circolazione colpisce ancora.

#8)TRUDY AND THE ROMANCE
Sandman
[B3SCI]
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Album di esordio per questi ragazzi di Liverpool, una prova già  matura e ricca di contenuti. Si ispirano ad un sound anni 50 ma in una versione moderna e particolare, comunque finiamo per trovarci anche vari altri riferimenti , vengono in mente i Prefab Sprout, gli Aztec Camera, Elvis Costello, gli Arctic Monkeys. Sono una grande speranza, hanno grosse potenzialità , mi aspetto grandi cose.

#7) DEERHUNTER –
Why Hasn’t Everything Already Disappeared?
[4AD]
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Tornano con un gran lavoro ad alto contenuto politico, nel quale si mettono musicalmente a nudo, e lo fanno attraverso un sound ricercato e dalle molte letture. Accostare l’opera al periodo berlinese di Bowie e Eno in alcuni brani viene naturale ma questi sono album da ascoltare dall’inizio alla fine, una band ambiziosa che si lascia ispirare da eroi passati ma che rielabora il tutto in modo personale e convincente.

#6) BIG THIEF
Two Hands
[4AD]
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La band esce con due album nello stesso anno uno meglio dell’altro, ero tentato di inserirli ambedue in classifica poi ho pensato di inserire solo il secondo in ordine di uscita, scegliendolo solo perchè non me lo aspettavo così sorprendente dopo l’uscita del fantastico “U.F.O.F.”. C’è una sottile linea intima che pervade tutti brani, che crea tramite la figura di Adrienne e il suo modo di cantare così particolare, una dimensione che affascina, “Not” non riesco più a toglierlo dalla testa.

#5) DU BLONDE
Lung Bread For Daddy
[MOSHI MOSHI]
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E’ dalla fine degli anni 70 che ciclicamente si sente dire che il rock è morto, oggi l’ascesa del rap, trap e derivati vari a detta di molti ha allontanato i giovani che ascoltano altro. Questo pensiero oltre a non essere vero, ma qui si aprirebbe una discussione da affrontare in maniera più articolata, trova in Beth Jeans Houghton, in arte Du Blonde un’artista che più rock non si può, con decisi colori glam che mi hanno affascinato e divertito, totalmente realizzato da lei dimostra di avere talento e carisma da vendere.

#4) I HATE MY VILLAGE
I Hate my Village
[La Tempesta International]
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Fabio Rondanini alla batteria (Calibro 35, Afterhours), Adriano Viterbini alla chitarra (Bud Spencer Blues Explosion) e Alberto Ferrari voce (Verdena) provano a realizzare un album dal respiro internazionale, l’operazione riesce e supera ogni aspettativa riuscendo a proporre un sound, a tratti sperimentale ed elettronico, che riesce a mantenere sempre viva l’attenzione. Visti i nomi non doveva essere una sorpresa ma lo è stata comunque, per me questo è uno dei lavori più sorprendenti dell’anno.

#3) THE TWILIGHT SAD
It Won/t Be Like This All The Time
[Rock Action Records]
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The Twilight Sad tornano dopo quattro anni da “Nobody Wants To Be Here And Nobody Wants To Leave”, che aveva dato loro parecchie soddisfazioni e consensi, e con “It Won/t Be Like This All The Time” riescono a fare quello che capita solo alle grandi band, realizzare un nuovo notevole album, che mantiene le loro caratteristiche ma che allo stesso tempo   offre un evoluzione del loro sound, più immediato e con una formidabile combinazione di chitarra, tastiere synth e melodia capace di catturare ed affascinare.

#2) FONTAINES D.C.
Dogrel
[Partisan Records]
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Cosa si può ancora dire sui Fontaines DC? Il loro sound che per semplificare definiamo post punk ha molti lati da esplorare, ci sono le idee, c’e’ l’urgenza giovanile e ci sono i semi per trasformarsi in quello che vogliono, come dimostrano in brani come “Dublin City Sky”. Per quanto mi riguarda per ora sono una bellissima crisalide.

#1) MODERN NATURE
How To Live
[Bella Union]
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Un super gruppo per un super album, Jack Cooper degli Ultimate Painting e Mazes, Will Young dei Beak> e Aaron Nevau dei Woods, confezionano un lavoro elegante e sofisticato, pieno di pezzi indimenticabili. La fusione con sonorità  jazz e classiche, ottenute tramite la preziosa collaborazione di Rupert Gillett al violoncello e Jeff Tobias al sassofono (Sunwatchers), funzionano perfettamente, tra le cose migliori ascoltate negli ultimi anni, speriamo non resti un episodio isolato.