Il cantautore calabrese, uno dei più apprezzati del panorama musicale italiano, sembra aver già  conquistato tutti, pubblico e critica, con il suo ultimo disco, uscito il 10 gennaio, dal titolo onomatopeico “Cip”.

Che ci piaccia ammetterlo oppure no, Brunori è quanto di più classico, è ben riuscito, sia rimasto nel panorama musicale italiano. Con tutti quei riferimenti alla musica dei “grandi”, da Dalla a Battisti, in un mondo dove spopolano finti rapper e trap, è una gioia per le orecchie di chi apprezza la canzone d’autore.

“Cip” è composto da 11 brani strutturati in un crescendo, con riferimento agli album precedenti, nessuna novità  o grande sorpresa, ma solo una grande esplosione di sentimenti. Il romanticismo e i sentimenti sono, come sempre, perfettamente trasmessi. Ogni accordo, così classico che sublima un ricordo, ha il sapore del conforto ed è pieno di bellezza. Ci sono De Gregori, Venditti, Ron, ed oltre all’affetto c’è la quotidianità , la vita, l’attualità  di un paese e di un mondo intero. Possiamo affermare come il cantautore calabrese sia riuscito in questi anni a creare un suo personale stile.

è ormai diventata famosa la “poetica di Brunori“, un modo di comunicare e cantare inimitabile, ma anche sofferto, perchè la strada percorsa fin qui è stata creata dal nulla, ed il tempo, che è sempre un galantuomo, oggi finalmente lo ripaga con un successo più che meritato.

Il pettirosso in copertina è stato dipinto da Robert Figlia, mentre il disco “Cip” è stato prodotto dallo stesso Brunori con Taketo Gohara. Insieme a lui i sempre verdi componenti della band Simona Marrazzo, Dario Della Rossa, Massimo Palermo, Mirko Onofrio, Stefano Amato e Lucia Sagretti.

Nel 2020 per la prima volta la Brunori Sas porterà  la sua musica nei palazzetti, una sfida professionale decisamente importante. Nell’attesa di vedere lui e la sua band dal vivo, vi consigliamo di ascoltare questo disco che, probabilmente, rimarrà  nella storia della musica italiana.