Da qualche anno ormai il venerdì è il giorno della settimana consacrato alle uscite discografica. Quale migliore modo allora per prepararsi mentalmente all’imminente sospirato weekend se non quello di passare in rassegna le migliori album usciti proprio nelle ultime ore ?
I dischi attesi per mesi sono finalmente tra noi… buon ascolto

MILES KANE – “Change The Show”
[BMG]

Questo album è nato da un intenso periodo di auto-riflessione, anche grazie a tutto questo tempo libero inaspettato, dice Miles. Ho scritto canzoni su alti e bassi della vita, sogni ad occhi aperti, veri amici e sentimenti profondi. Ho imparato a lasciare che il futuro si dispieghi da solo, rimanendo fedele a me stesso e questo ha portato a quello che mi sembra un album davvero edificante!

YARD ACT – “The Overload”
[ZEN F.C. / Island Records]

Finalmente fuori il debut-album di una della band britanniche più chiacchierate degli ultimi mesi.
In tempi non sospetti, nella nostra sezione BrandNew, ve li presentavamo così:
…il loro post-punk si rifà  alla vecchia scuola, trasuda anni ’80, ha passo fiero ma non invadente, Smith è abile paroliere a ricamare sulla trama, con andazzo più spoken che melodico (e chiaramente left-oriented), flirtando slacker con lo sprechgesang più che col rock, come la scuola del califfo Mark E Smith impone.

BORIS – “W”
[Sacred Bones]

Nel tentativo di sublimare l’energia negativa che ha circondato tutti nel 2020, la leggendaria band heavy rock giapponese Boris ha concentrato tutte le sue energie in modo creativo e ha prodotto l’album più estremo della sua lunga e ampiamente celebrata carriera, “NO”. Il seguito arriva con “W”, l’album di debutto della band per la Sacred Bones Records: in contrasto con i suoni estremi trovati su “NO”, questo nuovo album sussurra all’orecchio dell’ascoltatore con un tremolante suono vaporoso destinato a risvegliare le sensazioni. A quanto dicono le note stampa, “NO” e “W” si intrecciano per formare “NOW”, un duo di uscite che si rispondono a vicenda. Seguendo il loro album più duro con questo disco sensuale e languido, i Boris stanno creando un cerchio continuo di durezza e guarigione, che sembra rilevante ora più che mai.

AURORA – “The Gods We Can Touch”
[Decca]

“The Gods We Can Touch” a quanto ci dicono le note stampa sarà  un album elegante e celestiale, ma provocatorio, sulla vergogna, il desiderio e la moralità , tutti visti attraverso il prisma narrativo della mitologia greca. In ognuna delle 15 canzoni dell’album incontreremo un dio diverso.
Aurora afferma: La porta spirituale tra l’umanità  e gli dei è un concetto molto complicato. Nelle mani giuste la fede può diventare la cosa più bella, che arricchisce e affascina, ma nelle mani sbagliate può diventare un faro di guerra e morte. Una cosa che mi ha sempre infastidito è l’idea che nasciamo inadeguati e, dovendo ritenerci degni, sopprimiamo le forze dentro di noi che ci rendono umani. Non perfetti, non impeccabili, semplicemente umani. Sarebbe bello se potrssimo trovare questo potere divino in noi stessi, mentre rimanendo attaccati e sedotti dalle meraviglie del mondo. La carne, il frutto e il vino. Penso che sia questo che mi intriga delle divinità  greche. Gli dei del mondo antico. Perfettamente imperfetti. Quasi alla nostra portata. Dei che quasi possiamo toccare.

KING GIZZARD & THE LIZARD WIZARD – “Butterfly 3001”
[KGLW]

Flaming Lips, DāM-FunK, Peaches, Peaking Lights, Kaitlyn Aurelia Smith e molti altri chiamati a raccolta per mettere le mani sulle tracce della prolifica band australiana.
Se i remix confezionati per questa ennesima release targata King Gizzard & The Lizard Wizard sono minimamente vicine al primo estratto ascoltato giorni fa, “Black Hot Soup” ‘lavorato’ da DJ Shadow, siamo al cospetto del primo disco bomba di questo inizio anno.

PEDRO THE LION – “Havasu”
[Big Scary Monsters]

Se l’è presa comoda in tutti questi anni il buon David Bazan. Nel 2007 annuncia il ritorno dei Pedro The Lion ma per un nuovo disco dobbiamo aspettare il 2019 (“Phoenix”).
Ora però la musica sembra cambiata: secondo disco post-reunion oggi e altri 3 attesi nel prossimo futuro.

PALACE – “Shoals”
[Fiction]

Disco della definitiva maturità  per la band londinese ?
Questo suggeriscono le note promozionali che accompagnano questo terzo album in studio:
“Shoals” è un album profondo, riflessivo, coraggioso nell’investigare alcune delle grandi domande della vita nei suoi 12 ipnotici brani. Il disco, pervaso dall’ammirazione per la vastità  e la potenza dell’oceano, esplora tre grandi dilemmi esistenziali. “Shoals” tratta di subconscio, sogni ed esistenzialismo, di come convivere con la paura ed imparare a gestirla. Il titolo prende ispirazione dai branchi di pesci dal comportamento apparentemente imprevedibile e di come i loro veloci cambiamenti di rotta assomigliano a come si muovono le paure e le ansie nel mondo intorno a noi.

GOMMA – “Zombie Cowboys”
[V4V-Records]

Una raccolta di 12 tracce scritte durante il periodo di lockdown nazionale in cui le sonorità  texane, rivisitate in chiave post-punk diventano una metafora della volontà  di abbattimento del sistema economico e politico sviluppato dai paesi occidentali e dello stravolgimento culturale determinato dalla sua struttura.

BOY HARSHER – “The Runner (Original Soundtrack)”
[Nude Club/City Slang]

Il quinto disco dei Boy Harsher non è un album tradizionale, è la controparte musicale, tra strumentali cinematici e brani pop, di un cortometraggio horror scritto, prodotto e diretto dal duo, intitolato “The Runner”, in uscita insieme all’album.

SILVERBACKS – “Archive Material”
[Full Time Hobby]

Registrato ai Sonic Studios di Dublino nel novembre dello scorso anno, “Archive Material”, prodotto Daniel Fox segna il ritorno dei Silverback dopo il debut-album “FAD” targato 2020.
Le loro chitarre dai ritmi incalzanti disegnano un panorama post-punk dai toni cupi, lasciando comunque spazio anche a gustosi ed esaltanti momenti melodici dalle influenze dancey: non ci rimane che ballare e divertirci.

THE SOUNDCARRIERS – “Wilds”
[Phosphonic]

Dopo una pausa lunga 7 anni torna una band apprezzata su queste pagine fin dagli esordi (qui recuperi gli ottimi primi due lavori “Celeste” e “Harmonium”).
Pop psichedelico, krautrock, library music, jazz, Tropicalia, French pop insomma se Stereolab e Broadcast sono le tue cup of tea qui trovi pane per i tuoi denti.

THE SHERLOCKS – “World I Understand”
[TeddyBoy Records]

Fuori i membri fondatori, i fratelli Davidson, dentro il chitarrista Alex Proctor e il bassista Trent Jackson, gli Spector versione 2.0 per il successore di “Under Your Sky” (2019) si affidano ad un produttore peso massimo: Dave Eringa fidato uomo nella stanza dei bottoni dei Manic Street Preachers.

ANNIKA NORLIN – “Mentor”
[Razzia]

E qui provochiamo un piacevole sussulto a tutti gli amanti dell’indiepop scandinavo.
“Mentor” è il nuovo doppio disco concepito come un mixtape, in parte in inglese in parte in lingua madre, per l’eroina svedese, già  stramata nei panni di Hello Saferide e Säkert e come collaboratrice di Jens Lekman, Annika Sorlin.

JAKE XERXES FUSSELL – “Good and Green Again”
[Paradise of Bachelors]

Se il nome di questo quarantenne della North Carolina non vi dice nulla vi buttiamo sul piatto un pò di connessioni che dovrebbero fare rizzare le antenne dei più attenti amanti del folk:
“Good and Green Again”, che esce per Paradise of Bachelors, etichetta di Weather Station, Nap Eyes e Itasca, è prodotto da James Elkington, già  a lavoro con Steve Gunn e Jeff Tweedy, e si avvale delle collaborazioni di Bonnie “Prince” Billy, Joe Westerlund, Casey Toll e Libby Rodenbough.

PAN DAIJING – “Tissues”
[PAN]

Nel 2019 Pan Daijing porta nel prestigioso Tate Modern di Londra la sua esibizione multidisciplinare:
30 cantanti di opera, attori e ballerini per un’opera che esplora la psiche umana interamente composta e diretta dall’artista e produttrice cinese.
“Tissues” è la colonna sonora di questo spettacolo sperimentale.