Giunti oramai alla quarta tappa in studio, con “Volcano” i Jungle hanno pubblicato probabilmente il loro lavoro meno radiofonico e catchy ma di certo quello più fluido ed elegante. Anzi. Potremmo definire quest’ultima fatica di Josh Lloyd-Watson e Tom McFarland come il loro disco “Wimbledon”.

Credit: Joe Petini

Proprio come il torneo più importante del Tennis internazionale, infatti, “Volcano” ha un mood regale – too classy – e musicalmente è un distillato di suoni dance conditi da quelle venature (neo)soul che tanto piacciono ai due londinesi. L’antifona, del resto, l’avevamo già intuita con i primi brani estratti. “Candle Flame” è un (bel) girotondo sonoro che al suo interno ospita le rime di Erick Arc Elliott – aka, Erick the Architect – producer e rapper newyorkese, grande amico di Lloyd e McFarland. “Dominoes”, invece, è scintillante come alcuni squarci di cielo californiano appena prima del tramonto. Non è un caso il fatto che “Volcano” sia stato registrato (per lo più) in un Airbnb di Los Angeles, durante l’ultimo tour del duo.

“I’ve Been Love”, uno dei brani più spumeggianti del lotto, vede la partecipazione di Channel Tres. Il rapper di Compton mette il suo hip-hop sperimentale al servizio di “J” e “T” (i Jungle amano sintetizzare così i loro nomi) in un saliscendi di suoni davvero impeccabile. “Don’t Play” potrebbe collocarsi facilmente nel regno della house degli Anni Novanta e vanta l’ottimo featuring di Mood Talk. Siamo dalle parti di “Gipsy Woman” di Crystal Waters, tanto per intenderci. Un’altra prerogativa di “Volcano” è quella di apparire come una sorta di DJ set ininterrotto. Ogni pezzo è legato all’altro come in un puzzle di note mai banali. “Every Night”, per esempio, è composta da riff tropicali e da una linea di basso quasi da vecchio videogame.

Se l’intento dei Jungle era quello di distaccarsi da molte delle tracce contenute nel precedente lavoro in studio, “Loving In Stereo”, con “Us Against The World”, prima traccia del disco, ci sono riusciti a pieni voti. L’idea di base, forse, può apparire come un po’ telefonata ma la resa è quanto di più entusiasmante “Volcano” riesca ad offrire. Un brano che potremmo definire da “Gymn Club”, col groove giusto al posto giusto. E poco importa se  “Back On 74″ e “Problemz” abbiano il retrogusto amaro del già sentito. Gli highlights di “Volcano” sono altri. Due, in particolare: “You Ain’t No Celebrity” e “Palm Trees”. La prima è easy ed appiccicosa come una big babol, ed al suo interno contiene l’ottimo featuring di quel veterano dell’alternative hip hop britannico che è Roots Manuva. La seconda, invece, si affaccia allegramente dalle parti dell’Italo Disco.

La sensazione è che con “Volcano” i Jungle abbiano compiuto un bel passo in avanti nel loro processo creativo. Quel salto di qualità necessario non solo a tenere la rotta, ma ad intravedere nuovi orizzonti.