Il secondo splendido album dei Van Halen: ovvero, l’altra faccia di quella medaglia glitterata che era stato l’album d’esordio della band americana. Già. Perché dopo l’”eruzione” a suon di “tapping” dell’anno precedente, Eddie Van Halen era divenuto oramai una sorta di giovane guitar hero a caccia del successo planetario – che arriverà, puntualmente, appena un lustro dopo – e della definitiva consacrazione per la sua creatura più preziosa: i Van Halen, per l’appunto.

Difficile spiegare in poche righe ciò che ha rappresentato per l’universo delle sette note l’epopea gloriosa della formazione di Pasadena (California). Così come appare un esercizio piuttosto tedioso ed oltremodo fuorviante voler spiegare necessariamente le dinamiche – spesso burrascose – intercorse fra il Nostro e quel David Lee Roth dal carattere sempre un po’ istrionico e (troppo) fumantino. Ciò detto, “Van Halen II” è decisamente un signor disco, nonché la seconda avanzata di Eddie e compagni verso i tappeti rossi del mainstream. Poco da dire.

Provando ad entrare un po’ più nello specifico, pensare all’opera seconda del gruppo statunitense significa immergersi nelle atmosfere da blues sghembo e da rock’n’roll patinato di pezzi quali “Dance The Night Away” o della stessa “Outta Love Again”. Va da sé, naturalmente, che con questo lavoro i Van Halen abbiano continuato lungo il sentiero sonoro tracciato con l’album precedente. Sì. Perché il sound utilizzato dalla band californiana era una sorta di ibrido che si affacciava – quasi spregiudicatamente – dalle parti dei primissimi Aerosmith, pur senza tralasciare l’influenza dei Bad Company.

È altresì evidente che la chitarra del buon Eddie (pace all’anima sua), all’epoca rappresentasse una sorta di spada laser per quanto fosse avanti ed “aliena” rispetto alla proposta messa in atto sin lì dall’universo rock internazionale. Tradotto in soldoni: gli assoli ed i riff delle canzoni dei Van Halen sarebbero stati riconoscibili anche in altre galassie. A tutto il resto, invece, ci pensava la voce iconica del sopraccitato Lee Roth – che da lì a qualche anno avrebbe salutato allegramente la compagnia – un vero e proprio animale da palcoscenico.

In definitiva, dunque, “Van Halen II” è la seconda pepita d’oro raccolta dai Nostri prima del bottino vero e proprio che si concretizzerà con l’uscita del discone-rock per eccellenza, “1984″. Gli anni Settanta, oramai, erano agli sgoccioli ed i Van Halen avevano deciso di salutarli con un album che, forse non sarà una vera e propria pietra miliare, ma che a suo modo resta – senza ombra di dubbio – una delle gemme (a volte sottovalutate) di un decennio dannatamente epico.

Pubblicazione: 23 marzo 1979
Durata: 31:36
Dischi: 1
Tracce: 10
Genere: blues-rock, heavy-metal, hard-rock
Etichetta: Warner Bros
Produttore: Ted Templeman

Tracklist:

  1. You’re No Good
  2. Dance The Night Away
  3. Somebody Get Me A Doctor
  4. Bottomos Up!
  5. Outta Love Again
  6. Light Up The Sky
  7. Spanish Fly
  8. D.O.A.
  9. Women In Love…
  10. Beautiful Girls