Pur badando – come tutti – al dominio del tempo che regna sovrano ed alla sua inesorabilità, Neil Tennant e Chris Lowei Pet Shop Boys – ritornano sulle scene discografiche con un nuovo, interessante capitolo della loro blasonatissima Storia musicale.

Credit: Pelle Crepin

“Nonetheless” – questo il titolo dell’opera sfornata dal duo anglosassone e pubblicata via Parlophone – è un lavoro decisamente compatto e con degli evidenti rimandi al passato della band che non inficiano affatto sulla resa e sulla produzione (impeccabilmente moderna) dei dieci pezzi che vanno a comporre la tracklist dell’album in questione. “Dancing Star”, per esempio, contiene ben più di un riferimento ai ruggenti 80s dei Nostri, con un ritornello che potrebbe essere uscito da quel capolavoro (mai troppo celebrato in verità) di “Introspective”, anno di grazia 1988.

E cosa dire del primo singolo estratto, “Loneliness”, se non che si tratta di uno dei brani più convincenti della formazione inglese da circa un decennio a questa parte? È un lavoro too classy “Nonetheless”, poco da dire. E la squintalata di archi che condisce le tracce centrali del lotto sta lì a dimostrarlo.

A tutto il resto ci pensano la penna e la voce del caro vecchio Neil Tennant, uno che non le manda a dire, neanche quando si tratta di argomenti alquanto spinosi e che riguardano la popstar del momento (vero Taylor Swift?). Va da sé, naturalmente, che tra le pieghe regali di “Nonetheless” si senta forte pure il tocco del buon James Ford, producer – tra le altre – di band quali The Last Dinner Party ed Arctic Monkeys, oltre che di quel gioiellino-pop che è l’ultimo album di Mrs. Jessie Ware, “That! Feels Good!”.

Quando giocano a (ri)mescolare il (proprio) passato con il presente i Pet Shop Boys dimostrano perché siano sulla cresta dell’onda da almeno quattro decenni: un pezzone come “New London Boy”, infatti, possiede lo charme di “West End Girls” e l’incisività ultra-melodica di “Suburbia” (insomma, potrebbe essere uscito da “Please”).

“Love Is The Law”, invece, va a chiudere in maniera più che dignitosa un disco che conferma – semmai ce ne fosse stato bisogno – l’estrema autorevolezza synth-pop del duo formatosi a Londra nell’oramai lontano 1981. Altroché. “Nonetheless” è un album che si lascia ascoltare con gusto e che va ad arricchire il già corposo patrimonio sonoro di Tennant e Lowe. Non un mero compitino, dunque, ma un prodotto maledettamente accattivante ed al passo coi tempi.  Piacciano o meno, i Pet Shop Boys dimostrano ancora una volta quanto sia fondamentale – nel mondo delle sette note e nell’arte in generale – avere in dote una propria coerenza stilistica.