I Pixies celebrano i vent’anni dalla reunion con la pubblicazione di questo “The Night The Zombies Came”.
La novità più rilevante e gradevole è l’esordio al basso e alle deliziose armonie di Emma Richardson (Band Of Skulls). Per il resto non ci troviamo di fronte a un album che ci farà strappare i capelli, né in senso positivo né (per fortuna) in senso negativo. Abbiamo una manciata di buone canzoni e un’altra manciata di brani trascurabili.
“Primrose” non inaugura l’album con i migliori auspici. Un pezzo piuttosto deboluccio. “You’re So Impatient” ci prova con un po’ più di verve ma ancora non ci siamo. “Jane” è una favola fuori tempo massimo ma finalmente con il quarto e il quinto pezzo iniziamo a ragionare. “Chicken” e “Hypnotized” sono brani di tutto rispetto. Forse è stata solo un’illusione perché seguono due pezzacci rock di bassa lega. Quando le speranza sembrano perse ecco che la seconda metà del disco regala i momenti migliori. “I Hear You Mary” funziona bene e “Oyster Beds” ha finalmente quell’impronta selvaggia che tanto abbiamo amato ai tempi di “Doolittle” o “Surfer Rosa”. “Mercy Me” è una piccola delizia, “Ernest Evans” è un’altra ottima cavalcata in onore dei vecchi tempi e “Kings Of Prairie” si fa voler bene.
“The Night The Zombies Came” non è di sicuro un disco indimenticabile. Il titolo può avere un retrogusto nefasto ma anche autoironico se sostituiamo la parola Zombies con la parola Pixies. La cosa più importante, alla fine, è che ci portiamo a casa sei o sette buone canzoni e va bene così.