Credit: Victoria Sykes

I Soapbox sono un giovanissimo gruppo punk-rock di Glasgow, che stiamo seguendo già da qualche mese e che abbiamo visto live al Covo Club di Bologna lo scorso gennaio: proprio oggi, via Machina Music, la band scozzese pubblica il suo secondo EP, “Lock In“, e noi di Indieforbunnies.com abbiamo approfittato di questa occasione per scambiare due chiacchiere via e-mail con loro e farci raccontare qualche dettaglio su questa nuova fatica. Ecco cosa ci hanno detto:

Ciao, come state? Il vostro nuovo EP, “Lock In”, uscirà tra pochi giorni: quali sono le vostre aspettative al riguardo?
Siamo davvero entusiasti di pubblicare un altro disco, è stato molto più libero scrivere tutto in una volta piuttosto che a pezzi. La gente può aspettarsi canzoni più grandi e pesanti e contenuti più strani.

Lo stesso giorno in cui uscirà l’EP (25 aprile), suonerete anche allo School Of Art di Glasgow, la vostra città natale: siete entusiasti di poter suonare in un locale così grande?
Glasgow è il nostro posto preferito per suonare e questo sarà il nostro concerto più grande, quindi non vediamo l’ora. Il pubblico di casa è sempre incredibile, quindi sarà fantastico tornare davanti a loro per la prima volta dopo un anno.

A fine gennaio avete suonato al Covo Club di Bologna: cosa ricordate di quella serata? Avete in programma di tornare in Italia a breve?
Il Covo Club è un locale fantastico e siamo stati molto fortunati a essere invitati a suonare, ma siamo stati anche all’Arci Bellezza di Milano, anch’esso molto bello. La folla italiana era così invitante e si è davvero immedesimata nella musica. Sono super sorpreso che riuscissero a capire il nostro accento! Speriamo di tornare in Italia nel corso dell’estate, quindi tenete d’occhio le nostre date.

“Hawd That” è uscito esattamente un anno fa: cos’è successo in questo periodo? Quanto siete cresciuti come band nell’ultimo anno?
“Hawd That” è un disco di cui siamo molto orgogliosi, ma era un po’ una compilation di greatest hits di quello che avevamo fatto con i Soapbox negli ultimi due anni. Iniziare a registrare con l’intenzione di scrivere un disco completo è davvero diverso.

Secondo voi quali sono stati i principali cambiamenti tra “Hawd That” e “Lock In”?
Penso che “Lock In” sia un disco più arrabbiato, molte delle canzoni dell’ultimo EP erano più divertenti, ma in questo c’è molta rabbia.

Le vostre canzoni sono brevi, forti, intense e rumorose: quali sono state le influenze musicali più importanti per il vostro nuovo lavoro?
Ci piace il punk della vecchia scuola, i Crass, i Dirty, i Subhumans. C’è anche molta roba contemporanea, Amyl and the Sniffers, Soft Play e Viagra Boys ci hanno influenzato molto.

I vostri testi sono sempre stati molto politici e non nascondete le vostre opinioni: di cosa parlano le vostre nuove canzoni?
Ci sono canzoni su Dio, sugli attacchi di panico e molto altro.

Cosa ci potete dire del vostro processo creativo: c’è una persona specifica che scrive testi e musica o è una cosa collaborativa?
Decisamente collaborativo, ci fidiamo l’uno dell’altro per scrivere le nostre parti e poi ci riuniamo per strutturarle l’una intorno all’altra.

Un’ultima domanda: potete scegliere una delle vostre canzoni, vecchie o nuove, da mettere alla fine dell’intervista come una sorta di colonna sonora? Grazie mille.
Certo, dovresti andare ad ascoltare “Mess”, il primo brano di “LOCK IN”, il nuovo EP.