#10) YOUNGHUSBAND
Dissolver
[ATP]

Una delle sorprese dell’anno viene dall’Inghilterra e si tratta di una band giovane, al secondo disco, ma con un sound maturo, diretto che mette insieme la Wave, Bowie, le chitarre Real Estate e un non so che dei Velvet Underground. Davvero ingredienti niente male.

#9) IOSONOUNCANE
DIE

[Tannen]

Un superdisco che viene dall’Italia, dalla desolation sarda arriva un disco, un concept inaspettato, innovativo, fuori luogo, fuori tempo ma con tanti richiami a Battisti, alla scena prog italiana anni ’70 con quella sana pazzia Flaming Lipsiana. Un disco sopra le righe con tanta qualità . “Carne” candidata a essere una delle migliori canzoni del 2015.

#8) WILCO
Star Wars
[dBpm/Anti]

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I Wilco sono una band incredibile. Jeff Tweedy è un autore pazzesco, appena l’anno scorso con il suo solista ci aveva deliziati e poi quel 17 luglio di quest’anno dove con una giocata incredibile all’improvviso ti ritrovi a scaricare un disco della band. Penso che nessuno durante la fase di download ha realizzato quel che poi sarebbe stato. “Star Wars” è un disco dei Wilco a tutti gli effetti. Ed è anche un bel disco. Altro che giochino.
GoBleWil

#7) DEERHUNTER
Fading Frontier

[4AD]

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Il nuovo disco dei Deerhunter s’incunea in strade pop di pregevole fattura e il risultato seppure meno “Monomania” risulta affascinante e tutto da sentire con alcune canzoni tra le migliori mai scritte da Cox, Pundt e soci. Sicuramente una delle band più in forma del momento o meglio ancora da dieci anni a questa parte.

#6) BILL FAY
Who Is The Sender
[Dead Oceans]

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Dopo il bellissimo e struggente “Life is People”, torna uno dei migliori cantautori di tutti i tempi con un disco ancor più riflessivo. “Who is the sender?” Presenta magiche tender pray con arrangiamenti che mettono d’accordo ascoltatori di tutte le età . Un disco dove amore e fede si mettono in discussione.

Temi così forti e imponenti sono resi epici da un maestro dell’eleganza, dello stile e della poesia.

#5) TALLEST MAN ON EARTH
Dark Bird is Home
[Dead Oceans]

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Torna l’uomo più alto del pianeta e lo fa con un disco più introspettivo e personale ma molto vivo, emozionale e decisamente suonato.

La Title-track che chiude il disco ti lascia senza respiro.

#4) GLEN HANSARD
Didn’t He Ramble
[Anti]

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Prosegue la strada solista per Glen Hansard che sforna un’altra perla da tenere, in casa, in auto, nella propria collezione personale. Disco pregiato, riflessivo ma solare che esprime la gioia di provarci ogni giorno a essere migliore. Una pausa di riflessione che da vita ad una ripartenza vincente.

Alcune sonorità  del disco abbracciano l’Irlanda a testimonianza di un viaggio con ritorno o casa. Tanti temi in un disco che dopo tutto è semplice e sincero.

#3) BLUR
The Magic Whip

[Parlophone]

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Dopo dodici anni in cui sono successe tante ma tante cose, I Blur, a sorpresa, insieme seduti sullo stesso divano annunciavano un nuovo disco con il ritorno di Coxon mente del disco con una copertina riuscitissima ma non solo. Il disco non è una reunion forzata, tutt’altro. Suona contemporaneo, suona Blur prima e o dopo “Think Tank”.

#2) FATHER JOHN MISTY
I Love You, Honeybear

[Sub Pop]

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Secondo disco solista con il nome di Father John Misty per l’ex batterista dei Fleet Foxes. Già  con il primo disco Padre John ci aveva colpito con un disco country-rock-blues carismatico e magnetico.
“I Love you, Honeybear” è un bellissimo disco che suona indie, folk, contemporaneo ma anche maledettamente sixties e seventies. Una conferma davvero gradita per una voce davvero coinvolgente.

#1) SUFJAN STEVENS
Carrie & Lowell

[Asthmatic Kitty]

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Che disco “Carrie & Lowell”! Intenso, devastante, prezioso, dolce, inni alla vita, alla perdita, agli affetti, alle preghiere e soprattutto un disco drammatico. Al di là  di questi temi massimi ci sono le canzoni con melodie pregevoli e un sound caldo e coinvolgente. Di Sufjan Stevens è davvero unico e noi dobbiamo coccolarlo e tenercelo stretto.
Artista Straordinario.