Credit: Silvia Violante Rouge

A distanza di appena un anno dall’uscita del loro incendiario debutto sulla lunga distanza, “Fiesta“, pochi giorni fa i Leatherette hanno pubblicato, anche in questo caso via Bronson Recordings, il loro secondo LP “Small Talk“, che ha messo in luce le qualità della band felsinea e a gennaio li porterà a suonare anche all’Eurosonic di Groningen in Olanda.

Reduce proprio un paio di giorni fa da uno showcase a Berlino, il gruppo emiliano oggi torna a casa e lo fa con uno splendido sold-out per il release party che si tiene al Covo Club, che li ha già ospitatati anche in passato.

Dopo la convincente performance dei Komarov Magnificent Backflip ecco il turno dei Leatherette, quando l’orologio segna quasi le undici e venticinque.

Sono ovviamente le canzoni estratte dal loro sophomore ad aprire il concerto a partire da “Nightshift”, che risulta più vivace rispetto alla versione del disco e ha ritmi decisamente alti, mentre i preziosi assoli di sax di Jacopo Finelli aggiungono intensità e qualità al pezzo.

“Spying On The Garden”, che segue subito dopo, è invece un vero e proprio attacco frontale in puro stile punk, cattivo e assassino, fatto di totale follia e di melodie irresistibili che invitano semplicemente a non rimanere fermi.

La sezione ritmica composta da Marco Jespersen (basso) e Francesco Bonora (batteria) aggiunge un tocco dancey alla successiva “Isolation”, prima che le grida di Michele Battaglioli e il devastante sax di Finelli portino tutto ancora verso territori punk deliranti e incredibilmente divertenti.

Si torna anche verso “Fiesta” con il vecchio singolo “Thin Ice”, che alterna momenti più rilassati ad altri estremamente adrenalinici e, seppur con un’anima punk, non dimentica il suo amore per il pop.

Per alcuni pezzi poi sale sul palco Agnese Finelli, che aiuta i Leatherette ai backing vocals: “Fade Away” sembra quasi romantica e tranquilla e regala qualche attimo di relax, prima di esplodere comunque con grida viscerali.

“Bureaucracy Apocalypse” ha influenze tribali e risulta inarrestabile, mentre “The Ugliest” è adrenalina pura piena di eccitanti chitarre dai sapori punk.

La vecchia “Mixed Waste”, invece, cambia umori e toni in più occasioni e, dopo un’inizio elegante dove si possono trovare perfino influenze jazzy (ottimo il lavoro di Jacopo al sax e di Francesco dietro il drumkit), ecco un finale punky da puro delirio e un’incredibile energia.

Le grida di “So Long” anticipano una chiusura dal sapore glam con la cover di “Cum On Feel The Noize” degli Slade, un altro momento di totale divertimento e di fantastiche melodie.

Cinquanta minuti di adrenalina e intensità in cui questi cinque ragazzi di stanza a Bologna hanno messo in luce tutta la loro brillantezza e dobbiamo ammettere che nella dimensione live i Leatherette sanno dimostrare la loro forza ancora meglio che su disco: il futuro è tutto per loro.