Avodrocc, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Seconda serata per il Barezzi Festival e, dopo la convincente prestazione di Will Sheff al Teatro Magnani di Fidenza, oggi ci si trasferisce in città: ci troviamo infatti nel maestoso Teatro Regio, tempio della lirica mondiale.

Sul palco di questa meravigliosa venue si esibiranno The Jesus & Mary Chain, arrivati ormai ai quaranta anni di carriera (sebbene con una pausa tra il 1999 e il 2007): sette album al loro attivo, il più recente dei quali, “Damage And Joy“, è uscito nel 2017, ma la recente firma con la Fuzz Club Records e le successive ristampe fanno sperare in qualcosa di nuovo in arrivo, viste anche le dichiarazioni della band, che stava lavorando sul suo nuovo full-length già prima dell’inizio della pandemia.

Oggi però non è tempo di novità, ma per riascoltare brani estratti da tutta la loro discografia: è vero, sebbene sia la prima volta che vediamo dal vivo il gruppo dei fratelli Reid, partiamo un po’ prevenuti. Nel corso degli anni abbiamo letto report e sentito da colleghi e amici commenti non troppo lusinghieri sui live-show degli scozzesi, vuoi per la voce di Jim, probabilmente in flessione dopo tanti anni, vuoi per il settaggio dei volumi spesso sbagliato che rende ancora più inudibili i vocals, come successo anche lo scorso anno a Ferrara, come riportato dal buon Riccardo Cavrioli.

Stasera, però, come dicevamo poco fa, siamo nel tempio della lirica mondiale e le cose sono diverse rispetto a un festival o a un club: certo i volumi, per quanto piuttosto alti per essere in teatro, non possono essere esagerati e allo stesso tempo anche la voce di Jim stasera risulta decisamente buona e udibile, vuoi anche grazie all’aiuto della perfetta acustica del Regio.

Mancano esattamente dieci minuti alle nove quando la formazione britannica sale sul palco del teatro parmigiano, esordendo con un’ottima “Blues From A Gun”, piena di distorsioni e riverberi, portandoci immediatamente nel mondo noise dei fratelli Reid, Jim davanti a cantare sicuro e sempre con un buon carisma, mentre William sulla destra che suona la sua chitarra senza mai muoversi troppo per tutta la durata del concerto. Impossibile non notare subito la t-shirt del 9:30 Club, storica venue di Washington, D.C., indossata dal bassista Mark Crozer.

Subito dopo “Head On” ci dà una vera e propria lezione di noise-pop con melodie brillanti e ritmi incalzanti, dimostrando perché così tante band che amiamo e che ascoltiamo ancora oggi (solo per citarne un paio, Crocodiles e The Pains Of Being Pure At Heart) siano state influenzate dai Jesus & Mary Chain.

Dopo un inizio così adrenalinico, l’arrivo della più rilassata e delicata “April Skies”, splendido estratto dal loro sophomore “Darklands”, è pura manna dal cielo per le nostre orecchie, lasciandoci modo per riposare e per godere delle sue leggere e dolci melodie.

“Snakedriver” si distingue per la sua potenza e per le sue distorsioni, mentre “Happy When It Rains”, seppur dai toni più puliti, non accenna a diminuire l’intensità della musica dei fratelli Reid.

“Some Candy Talking” ci riporta alle origini del gruppo scozzese e lo fa con una delicatezza davvero rara, sebbene non manchino numerose inserzioni noisy.

Per chiudere il mainset Jim invita tutti ad alzarsi e il pubblico emiliano segue il suo consiglio e si avvicina al palco e puo’ cantare insieme a lui, ballare e sostenere la band con numerosi handclapping, lasciandosi trasportare dalle emozioni di “Darklands”.

Parlando del profilo emotivo non possiamo fare a meno di citare l’inizio dell’encore: due canzoni meravigliose ci aspettano al rientro, “Sometimes Always” e il classico “Just Like Honey”. In entrambe è la nostra Marta Del Grandi, autrice dell’ottimo sophomore “Selva“, pubblicato da poche settimane dalla prestigiosa Fire Records, a prestare la sua voce e ovviamente il live ne guadagna tanto perché aggiunge un graditissimo tocco di dolcezza e di atmosfere sognanti al noise della formazione britannica.

E’ “Reverence” a chiudere la serata dopo un’ora e venti minuti, ipnotizzando i numerosissimi presenti con il suo ritmo inarrestabile e tribale.

Un concerto che è andato ben oltre le nostre aspettative e che ha arricchito ancora una volta il prestigio del Barezzi Festival: in attesa di ascoltare qualche nuova canzone dei Jesus & Mary Chain, stasera abbiamo fatto volentieri un ripasso live della loro lunga carriera.